“Sta diventando sempre più ovvio che le persone trascorrono troppo tempo su Twitter, Instagram e Facebook e lottano per controllare la compulsione”, ha affermato Martin. Inoltre, ha dichiarato che non crede che abbandonare uno strumento promozionale del genere influenzerà realmente le sorti dell’azienda. “Recenti preoccupazioni riguardo l’uso improprio di dati personali” e “la cattiva pubblicità che circonda i social media, compresa la situazione di parlamentari e altri, in particolare quelli di minoranze religiose o etniche”. Queste sono alcune delle dichiarazioni.
Insomma, motivazioni forti e nobili alla base di tale scelta. Però, spesso Martin si lascia andare fin troppo. L’ultimo post sul blog scritto dal multimilionario sportivo, che una volta descriveva un rivale come “un collaboratore di stile Vichy”, attacca personalmente un certo numero di persone mentre eludono il fatto che sono andati a Oxford o Cambridge University.
Esiste, è vero, una certa logica per un’azienda che fa affidamento sulle persone con piattaforme social che potrebbero dirsi profondamente anti-sociali e profondamente incivili. L’onorevole Martin non è sempre molto civile e probabilmente fa molto di più per allontanare le persone dai Wetherspoons rispetto alle loro abitudini sui social media. Dunque, vien da chiedersi se la decisione di privare la società e i suoi pub di tutti gli account social sia una decisione nobile come sembra o una strategia per nascondere l’antipatia mostrata sui vari social.
I social media a volte sono sgradevoli. Le persone spesso dicono cose che non si sognerebbero di dire se fossero faccia a faccia con qualcuno in un pub. Ma fornisce anche ai critici delle aziende la possibilità di notare comportamenti sbagliati dei dipendenti.