Con tutte queste questioni su “chi ha attaccato chi” in tutto il mondo, i confini della guerra cibernetica stanno diventando sempre più importanti. Ti sei chiesto allora quali paesi sono quelli che fanno (e ricevono anche) più attacchi informatici?
Grazie a sensori distribuiti in tutto il mondo, chiamati honeypot (letteralmente vasi di miele), sono stati raccolti dati da ciascun attacco ricevuto dai sensori. Dall’origine degli attacchi alla direzione di questi tentativi, dal tipo di attacco alla frequenza dei tentativi tutto è stato preso in considerazione e valutato.
Gli honeypot sono programmi e computer progettati per attirare gli attaccanti, simulando diverse vulnerabilità molto evidenti. Come mosche al miele, appunto.
Cosa intendiamo con attacchi informatici?
Si tratta di attacchi DDoS (Distributed Denial of Service, in cui un server è sopraffatto da richieste per la stessa costante da più computer) utilizzando le botnet per le cose semplici (infettati con trojan e di cui non si sa mai da parte arrivano) a malware (compresi i famosi worm, trojan, spyware e ora i famosi ransomware). Esiste un’ampia varietà di “armi” che vengono utilizzate contro le vulnerabilità nei sistemi grandi e piccoli.
Tutti questi attacchi sono fatti con l’intenzione di destabilizzare o prendere il controllo di sistemi informatici o server di organizzazioni grandi e piccole. Tutto per ottenere informazioni e dati, come password e permessi interni per manipolare ogni aspetto di queste organizzazioni.
Sebbene questi tipi di attacchi non siano nuovi, l’ambiente in cui si sviluppano è cambiato molto negli ultimi anni, uniformandosi con ogni evento principale dell’ultimo decennio. Per questo, le diverse nazioni del mondo hanno rafforzato le loro difese, e in particolare, le capacità di attacco e spionaggio.
Ecco i paesi che effettuano il maggior numero di attacchi informatici al resto del mondo (misurati nel 2017):
Regno Unito;
Turchia;
Paesi Bassi;
Francia;
Germania;
Ucraina;
Brasile;
Cina;
Russia;
Stati Uniti d’America.
Senza dubbio, si tratta di Paesi molto coinvolti sulla situazione. Potrebbe essere che l’aumento dei rischi per la privacy sia causato da queste nazioni che cercano di difendersi a vicenda? O siamo nel bel mezzo di una semplice gara per vedere chi ha l’arma più potente?