Realtà virtuale e Calcio La realtà virtuale (VR dall’inglese virtual reality) è ormai diventata uno strumento tecnologico a disposizione dei calciatori e dei club d’élite. I sistemi di realtà virtuale permettono di ricreare ambienti tridimensionali in cui gli atleti si possono immergere per simulare situazioni di allenamento o di gara. I movimenti dell’atleta vengono poi registrati da sensori che forniscono feedback relativi alla posizione del corpo. L’uso della realtà virtuale nel calcio trova tre campi d’applicazione: (1) il recupero da infortuni; (2) la selezione dei giocatori, in particolare nei giovani; (3) la preparazione e l’analisi della partita.

Nel recupero da un infortunio sportivo vi è una fase in cui il calciatore può ricominciare a praticare i movimenti tipici del gioco, ma deve ancora evitare di colpire il pallone o deve preservarsi da contrasti con altri giocatori. In questo caso la realtà virtuale permette al giocatore di essere immerso in una situazione di allenamento o di partita simulata e di riprendere la pratica di certi movimenti senza incorrere in recidive. L’uso della realtà virtuale nella fase di ritorno alla pratica può velocizzare significativamente i tempi di recupero.

Inoltre, questi strumenti di realtà virtuale comprendono dei test che permettono di valutare i giocatori e di meglio identificare i giovani prospetti. In questo caso la realtà virtuale fornisce un ambiente sterile e oggettivo, in cui tutti i giocatori si trovano nelle stesse condizioni e i dati relativi alle loro abilità e alle loro performance possono essere comparati. Nonostante manchino ancora degli studi scientifici specifici per il gioco del calcio, i risultati ottenuti in questo ambito nel football americano di élite suggeriscono che questi test sono un valido metodo per l’identificazione dei giovani talenti.

Realtà virtuale e intelligenza artificiale al servizio dello Sport

La possibilità di ricreare una situazione di gioco trova utilità sia nella preparazione ad una partita, sia nella successiva analisi della stessa. Nella psicologia sportiva è risaputo come le cosiddette tecniche di immaginazione mentale (mental imagery) aiutino gli atleti nell’avvicinamento ad una gara. La realtà virtuale permette di ricreare lo scenario di una partita e facilita il lavoro di immaginazione del calciatore, che può, a quel punto, concentrarsi sulle proprie emozioni e imparare a gestirle riducendo, ad esempio, gli stati di ansia pre-competitiva. Allo stesso modo, la realtà virtuale può essere utile a ricreare una situazione verificatasi in partita (ad esempio un errore nel posizionamento della linea di difesa) per permettere al giocatore di analizzare la situazione a freddo e sviluppare le proprie capacità di decision-making.

In un recente articolo di opinione pubblicato sul “Frontiers of Physiology” si suggerisce che la realtà virtuale dia la possibilità di effettuare un maggior numero di ripetizioni di un determinato gesto o di una determinata azione di gioco evitando rischi di sovraccarico o di infortunio e favorendo così i meccanismi di apprendimento. Gli autori sottolineano anche che l’ingresso nel mondo del calcio di queste nuove tecnologie farà sì che i club cominceranno a richiedere personale con una specifica preparazione tecnica. Che questa non sia più fantascienza è dimostrato dal fatto che diversi club di Premier League fanno già uso di queste tecnologie, e altri club europei stanno testando il loro utilizzo.

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