Probabilmente sarà successo anche a voi o a qualcuno che conoscete il credito prosciugato subito da TIM, Wind, Tre e Vodafone a causa di giochi , suonerie , contenuti erotici , scaricati senza volerlo sul nostro cellulare; si conta che in passato questo ha portato ad un giro di affari circa 800 milioni di euro; cifre record se pensiamo ai milioni di persone che utilizzano uno smartphone per navigare in internet utilizzare social e tanto altro.
Navigando su un qualsiasi sito internet e cliccando involontariamente su delle finestre che appaiono nella barra superiore o inferiore dello schermo del nostro smartphone come pubblicità , si possono attivare in modo del tutto casuale degli abbonamenti che all’istante vanno a prosciugare il nostro credito residuo. L’utente ignaro dell’attivazione riceve un sms di conferma di avvenuto dal servizio mai richiesto.
Questi servizi telefonici cosiddetti “premium”, rappresentano una scorrettezza della pratica commerciale. Lo ha accertato l’Autorità Garante del Concorrenza e del Mercato nel 2015, che avviò all’epoca dei fatti subito il procedimento istruttorio in seguito alle denunce presentate anche dal Codacons. In seguito alle denunce , l’ Antitrust decise di applicare delle sanzioni pecuniarie alle principali compagnie telefoniche responsabili di questa pratica scorretta; le sanzioni amministrative pecuniarie applicate sono state nel dettaglio: 583 mila euro per Tim, 400 mila euro per Vodafone, 400 mila euro per Tre e 350 mila euro per Wind. L’Antitrust contestava alle compagnie telefoniche di non aver posto in essere adeguati meccanismi per la non attivazione dei suddetti servizi premium.
Tim, Wind, Tre e Vodafone: gravi problemi per gli ignari clienti
Successivamente alle sanzioni imposte dall’ Antitrust ad oggi nulla è cambiato, questa pratica scorretta risulta ancora presente ed attiva. Ad oggi l’AgCom sta cercando di creare un sistema che renda molto più difficile l’attivazione per sbaglio e in modo del tutto casuale mentre si naviga in internet, di questi servizi premium, ma è tuttavia ancora in via di sperimentazione.
Intanto come possiamo difenderci da questi servizi: uno dei metodi più semplici è quello di navigare in wi-fi in modo da non connettersi attraverso il DNS della nostra compagnia telefonica in modo così da evitare il cosiddetto redirect verso altri siti. La seconda opzione è quella di trascrivere tutti i siti a pagamento che incontriamo e inserirli in una blacklist che rappresenta una lista di tutti i siti che l’utente ha bloccato e che possiamo trovare sul nostro smartphone. Anche navigare in versione desktop sul nostro smartphone potrebbe aiutarci però non è sempre possibile e dipende dal sito in questione.
In fine nel caso abbiamo attivato per sbaglio tali servizi è possibile contattare il servizio clienti del nostro operatore telefonico, e chiedere un rimborso, che verrà erogato però a seconda dei casi, e per molte compagnie solo se si è caduti in questo inconveniente per una volta. Non ci resta che stare allerta ed usare il nostro smartphone con responsabilità, stando attenti a non cadere nella rete.