Come forse saprete, tra gli Stati Uniti e alcune compagnie cinesi, tra cui Huawei, c’è parecchia tensione. Ovviamente, il governo cinese non può rimanere in disparte rispetto alle accuse mosse ad alcune delle più grosse compagnie del paese, e del mondo. Se il governo americano impone delle sanzioni allora anche quello cinese farà lo stesso. Da questa cosa in molti ne avranno da perdere, soprattutto Apple.
La Cina non solo costituisce uno dei maggiori mercati dell’azienda, ma è anche la principale base produttiva di prodotti Apple primari come iPhone, MacBook e iPad. Vedersi tagliare fuori da questo mercato e perdere una fetta enorme di produzione, potrebbe essere fatale anche per un colosso del genere.
Ritorno di fiamma
Finora, la compagnia, e con essa l’amministratore delegato Tim Cook, era rimasta in silenzio sulla questione. In fondo, gli andava bene come le cose stavano andando. Il proprio governo stava tenendo fuori dal loro mercato la compagnia aspirante al secondo posto del podio come produttore di smartphone. A pensare male, gli sarebbe andata ancora più bene se Huawei avesse perso il supporto per Android. Un eventualità che, al momento, non lascerebbe scampo neanche a quest’ultima. Ora che le conseguenza di una guerra commerciale minacciano anche Apple, la situazione potrebbe cambiare.
Giusto per mettere sul tavolo qualche numero, dei 730 milioni iPhone sparsi per il mondo, in Cina ce ne sono ben 243 milioni, quasi il doppio degli Stati Uniti, ovvero 134 milioni. La Cina rappresentava il 30,2 per cento delle attività a lungo termine della società a settembre 2017, secondo la sua relazione annuale. Gli Stati Uniti, al confronto, rappresentavano il 61,1 per cento.
Tim Cook, un mese fa, ha detto queste parole: “Sono consapevole che sia negli Stati Uniti che in Cina ci sono stati casi da cui nessun ne ha tratto beneficio, questo perché il beneficio in sé non era bilanciato.”. Ha anche aggiunto “La mia convinzione è che uno più uno è uguale a tre. La torta diventa più grande se si lavora insieme.”