Era il 2014, e Facebook lasciava il mondo a bocca aperta con una delle acquisizioni più costose di sempre: ben 19 miliardi di dollari per il popolare servizio di messaggistica istantanea WhatsApp. Tale azione ha generato molte speculazioni sulle reali motivazioni per le quali il social network avrebbe speso tale cifra: d’altronde si trattava di acquisire un servizio utilizzato si da tantissime persone, ma sostanzialmente gratuito.
La preoccupazione principale riguardava il possesso, l’utilizzo e / o la vendita dei dati personali degli iscritti. In tal senso, Facebook annunciò subito che avrebbero protetto questi dati collaborando con Open Whisper Systems e abilitando la crittografia end-to-end.
Ciò detto, il timore che Facebook possa utilizzare anche i dati sensibili degli utenti WhatsApp, continua a crescere. A febbraio 2016 è stato rivelato che WhatsApp aveva superato 1 miliardo di utenti attivi mensilmente, mentre nel luglio del 2017 erano oltre 1 miliardo gli utenti attivi ogni giorno. Ed ovvio che Facebook trae vantaggio da questi numeri, sebbene non sia perfettamente chiaro come – o forse lo è, vedi le pubblicità mirate delle quali vi abbiamo parlato in un nostro articolo dedicato al social network.
Dunque, anche alla luce dello scandalo Cambridge Analytica, il co-fondatore di WhatsApp, Jan Koum, ha abbandonato il suo posto di lavoro in Facebook, rinunciando anche alla sedia del consiglio di amministrazione. Koum aggiunge che è tempo di andare avanti e concentrarsi su altre attività, “come la raccolta di rare Porsche raffreddate ad aria, lavorare sulle mie macchine e giocare a frisbee.”
Come se ciò non bastasse, molti dipendenti di WhatsApp vivrebbero male il loro ambiente di lavoro, e stanno pianificando di lasciare l’azienda a novembre.