Lo scorso anno, alcuni report comunicarono di una Samsung pronta ad utilizzare un sensore di impronte digitali in-display su Galaxy S8. Tuttavia, il progetto fu cancellato all’ultimo momento, a causa di problemi tecnici. Questo è sostanzialmente il motivo per il quale la coreana ha virato, per il suo top gamma 2017, su lettore decentrato, posto accanto alla fotocamera posteriore.
Tale tecnologia non è stata nemmeno inserita in Galaxy Note 8, a causa delle medesime problematiche: lento, e poco preciso nel riconoscere l’impronta. Stesso dicasi per S9 ed S9 Plus.
Ad ottobre, il colosso coreano annuncerà il Samsung Galaxy Note 9; stando ad un report di The Bell, l’azienda avrebbe prematuramente abbandonato i piani di posizionare un sensore di impronte digitali sotto il display del Samsung Galaxy Note 9. Ancora una volta, lo scanner si troverà sul retro – probabilmente nelle stessa posizione di S9 / S9 Plus.
Il report afferma che i fornitori di questa tecnologia hanno incontrato alcune difficoltà nella produzione dei sensori in-display, quindi la commercializzazione di questi ultimi è stata ritardata. Samsung avrebbe quindi optato per un classico lettore posteriore, comunicando altresì che la produzione del display del dispositivo inizierà a giugno.
Ok, Vivo ha già annunciato il primo smartphone al mondo con un sensore di impronte digitali in-display (utilizzando i sensori Clear ID di Synaptics ); vi starete quindi chiedendo come sia possibile che un gigante del calibro di Samsung incontri tutte queste difficoltà, vero? La causa risiede negli “Infinity Display” curvi che l’azienda implementa sugli smartphone di punta.
Secondo quanto riferito, la società ha provato ad implementare sia sensori capacitivi che ottici, ma ha incontrato difficoltà con entrambi. L’uso di sensori ottici per il riconoscimento delle impronte digitali presenta problemi di accuratezza, mentre per quanto riguarda i sensori capacitivi essi soffrono di problemi di durata.
Esiste anche un altro tipo di sensori in-display, ovvero quelli a ultrasuoni. Non hanno problemi di durata, la precisione è ottima e possono essere inseriti anche sotto varie superfici come il metallo. I lati negativi sono però molteplici: costosi, hanno basse rese e sono più lenti a riconoscere l’impronta digitale rispetto a quelli convenzionali.
Il report conclude citando un funzionario della società: “Ci sono vantaggi e svantaggi sia nel tipo ottico, che quello capacitivo e ultrasonico; non credo che ci sia alcuna tecnologia che possa essere commercializzata in questo momento. L’anno prossimo, però, potrebbero esserci interessanti sviluppi in merito. “