Facebook, attraverso ricerche di mercato mirate, sta cercando di verificare quanti fra gli utenti del social sarebbero pronti a pagare per una nuova versione alternativa che garantisca l’assenza di pubblicità. Tali analisi non sono del tutto nuove, anzi sono state effettuate già negli anni passati ma senza grandi risultati o applicazioni pratiche. Infatti, i consumatori sembravano poco favorevoli a pagare per un profilo Facebook, in quanto questo fin dal principio si è proposto come social gratuito che permette a tutti di connettersi con il mondo.
A distanza di tempo e a fronte anche dello scandalo che ha recentemente coinvolto Zuckerberg, però, c’è ora negli utenti una nuova consapevolezza nell’utilizzo del social e nel trattamento dei propri dati personali. Per questo un “Facebook Premium” che garantisca un minore o nullo utilizzo dei dati a fini pubblicitari, a fronte di una piccola spesa mensile o annuale potrebbe ottenere maggiori consensi tra i consumatori.
Infatti, attualmente Facebook genera la maggior parte del suo esorbitante fatturato di 41 miliardi di dollari (dati aggiornati all’anno 2017) vendendo i dati dei propri utenti per generare poi pubblicità mirate agli interessi dei singoli. Una versione parallela potrebbe invece comprendere una nuova forma di monetizzazione tramite abbonamento che eviterebbe il “bombardamento” pubblicitario
ora applicato, oltre ai post sponsorizzati nella Home, anche durante la visione di video.Un’ulteriore prova del fatto che Mark Zuckerberg stia davvero pensando a un possibile abbonamento al suo social, è data dalle parole pronunciate dallo stesso durante le audizioni al Senato USA. Alla domanda del senatore Orrin Hatch: “Avevi detto che Facebook sarebbe stato sempre gratuito. È ancora il tuo obiettivo?”, l’imprenditore ha risposto con un sibillino: “Ci sarà sempre una versione gratis di Facebook”. Tale apparente rassicurazione porta, però, in modo implicito a pensare che ci sarà effettivamente qualcosa di nuovo a pagamento. Si tratterebbe quindi di due versioni gemelle, una in abbonamento senza pubblicità e l’altra gratuita come quella che tutti utilizzano dal 2004, anno di fondazione del social network.
Questo, però, genera anche ulteriori interrogativi. Una versione in abbonamento porterebbe dei vantaggi concreti a quanti accetterebbero di pagare, oltre a una minore presenza di pubblicità? Ma soprattutto sembra davvero alto il rischio di annullare le pari opportunità degli utenti di un social nato per un’ampia diffusione e creare di conseguenza due categorie distinte.
Non resta quindi che attendere i risultati delle ricerche di mercato. Se queste daranno indicazioni positive, sarà molto probabile una trasformazione di Facebook atta a garantire una scelta agli utenti e mantenere in modo alternativo il fatturato già incredibilmente alto del social network.