Che il nuovo millennio fosse l’era del digitale era quello a cui auspicavano tutti i produttori di software e tecnologie varie, basti a pensare a quante cose sono ormai state sostituite da uno schermo: giornali, riviste, libri, enciclopedie, ormai si trovano solo nelle case di chi ha voluto preservare quel gusto e quel piacere che solo la carta da.
Gli studenti di ogni età hanno rivoluzionato i loro studi grazie alla tecnologia: in pochi secondi, tramite l’utilizzo di un dispositivo dotato di una connessione ad Internet, sono in grado di compiere ricerche tramite l’utilizzo di motori di ricerca che gli forniscono svariati link a cui accedere.
È doveroso dire che come ogni cosa, esistono due facce della stessa medaglia. Spesso tra i giovani si fa un vero e proprio abuso di internet, diventato ormai non solo luogo utile per delle ricerche, ma anche posto di svago e di socialità. Dal 2000 in poi, mentre le connessioni internet venivano installate in ogni casa, ha preso luogo sempre più l’utilizzo dei social network, diventando oggi il principale motivo per cui ogni ragazzino richiede un cellulare.
Da questo sopruso nasce una vera e propria dipendenza, chiamata dipendenza da internet. Con il termine Internet Addiction (dipendenza da internet) viene indicata una vasta gamma di comportamenti che, da un punto di vista psicologico, crea problemi con la gestione degli impulsi e una difficoltà nel gestire gli stati emotivi dolorosi.
Vi sono diverse patologie all’interno della dipendenza da internet: Cyber-Relational Addiction, tende a instaurare relazioni di ogni tipo sul Web, causando l’idealizzazione delle persone, Net-Compulsions, che crea ulteriori dipendenze quali gioco d’azzardo, commercio in rete e partecipazioni ad aste online creando seri problemi anche di carattere finanziario, Computer-Addiction, in cui l’utente crea una realtà parallela dove si sente libero di essere sé stesso.
Non passa giorno in cui un adolescente non condivide o posta qualche fotografia sul web, basti pensare alla vastità di utenti che contano Facebook
ed Instagram, alcuni tra i più noti social network. Vi sono molte statistiche che indicano quanto in realtà questo sia un problema: in media, il 45% degli studenti dedica ad internet almeno 5-6 ore al giorno, ogni giorno della settimana, trascurando quindi notevolmente quelli che sono gli impegni che si hanno, dallo studio agli hobby.
La dipendenza, in questo caso, si verifica quando un utente è ossessionato dal controllare ripetutamente i propri social, vi accedendo anche ogni 2 minuti da qualsiasi piattaforma egli abbia a disposizione, per controllare qualora fosse stato contattato da qualcuno. Uno dei principali problemi si verifica quando, ad esempio, il ragazzo termina il traffico Internet (GB) fornito dal proprio gestore telefonico. Nel migliore dei casi, la velocità di connessione viene abbassata, e nonostante la “lentezza” si riesce lo stesso a controllare, il guaio sorge quando invece il gestore interrompe la connessione alla fine dei GB, non facendo navigare il dispositivo se non dietro un pagamento. Lì, il ragazzo inizia a manifestare una sorta di astinenza, sentendo ossessivamente il bisogno di controllare i social e manifestando uno stato ansioso. L’individuo si sente solo, fuori dal mondo, senza “follower” e senza “amici”. Ovviamente, nella maggior parte dei casi, il tutto dura poco tempo e ogni cosa tornerà alla normalità quando il cellulare verrà connesso ad una rete WI-FI, ormai sempre più presente in luoghi pubblici quali ristoranti, bar, fast-food etc.
Questa dipendenza fa alienare chi ne soffre dal mondo reale, che è proiettato e si sente vivo solo nel mondo che ha creato. Purtroppo, i casi di cronaca riportano sempre più spesso casi di Cyber-bullismo, un fenomeno in aumento nonostante si cerchi di sconfiggerlo. Il male, in internet, è sempre dietro l’angolo.