Da non molto, Apple ha cambiato la propria politica in merito al suo App Store. L’ha fatto a più riprese, da piccoli gesti come il proibire l’uso di alcuni emoji al passaggio dall’uso delle applicazioni a 64-bit. Per via di questo, trentacinque sviluppatori iOS hanno formato un gruppo per chiedere alla compagnia dei trattamenti migliori.
Tra le richieste, abbiamo un’espansione della sua politica di prova gratuita, proprio nel momento in cui l’azienda festeggia il decimo anniversario del mercato del software mobile a luglio. Un altro punto fondamentale è il negoziamento relativo all’entrate degli sviluppatori in base alle proprie applicazioni. È dal 2008 che la divisione è rimasta di 70-30.
“Questo è un sindacato non sindacale creato per riunire sviluppatori e sostenitori per migliori App Store per tutti, concentrandosi su problemi che servono meglio quelli che creano e usano app.” ha tenuto a precisare il gruppo. In ogni caso, non c’è indicazione che il gruppo cerchi rappresentanza con un sindacato esistente ai fini della contrattazione collettiva
.Sempre negli ultimi anni, Apple ha dovuto rispedire al mittente diverse richieste fatti dagli sviluppatori, finendo anche per estrometterne alcuni. Le richieste andavano sempre dalla posizione troppo dura rispetto alle suddivisione delle entrate o ai modi pochi flessibili della distribuzione del software. Anche le prove gratuite erano state tirate in mezzo, solo l’anno scorso l’azienda ha finalmente introdotto la possibilità per gli utenti di preordinare o di fornire sconti.
Per quanto siano 35 gli sviluppatori con le relativi app come supporto, senza nomi importanti al loro fianco, molto probabilmente questo gruppo non riuscirà ad ottenere niente. Se si unissero Amazon o Spotify, la pressione su Apple sarebbe di tutt’altra intensità. In attesa di sviluppi.