Huawei P20 Pro giunge ufficialmente al suo primo teardown dopo essere caduto nuovamente nelle grinfie del famigerato JerryRigEverything, che nel suo ultimo video ha dato sfoggio a tutta la sua brutalità tecnica. Cosa avrà mai scoperto? Vediamolo.
Huawei P20 Pro: com’è fatto
Dopo essere passato per i consueti stress-test visti in video per il burn-in, il test di piegatura e quello di resistenza al taglio, è ora di procedere in direzione di un primo unmount delle componenti con in mano una pistola ad aria calda.
Una volta eliminato lo strato adesivo superficiale si perde la resistenza all’acqua secondo standard IP68 e si può procedere all’analisi delle componenti interne. La scheda madre è ricoperta da pasta termica che provvede ad isolare l’elettronica dal calore eccessivo tramite un layer di alluminio sottostante l’heatspreader vero e proprio del processore.
La batteria è ancorata allo schermo con un adesivo molto tenace ed è sprovvista di linguette di rimozione. Cosa che aumenta sensibilmente il rischio di danneggiare il componente per manovre eccessivamente forzose dovute ad eventuali sostituzioni delle componenti a schermo.
L’unmount del Huawei P20 Pro deve essere visto da vicino per meglio apprezzare la cura che il costruttore cinese ha riposto nella realizzazione di uno smartphone che offre, come ormai risaputo, un triplo sistema di fotocamere avanzato con solo una lente adibita al ruolo di teleobiettivo con zoom ottico 2X.
Dopo aver visto da vicino il telefono smontato potrebbe interessarti anche scoprire come funziona ed in cosa consiste esattamente. Il tutto grazie alla nostra recensione dedicata.