Chi di noi non ha discusso almeno un minuto, nelle scorse settimane, sul presunto nuovo pericolo in circolazione su WhatsApp? Nel nostro paese, ma anche nel resto d’Europa, moltissimi utenti sono stati terrorizzati dal “pallino nero” il cui scopo era quello di mandare in crash l’applicazione.
Lo abbiamo detto alla nausea: la minaccia alla fine è stata del tutto irreale, e soprattutto sproporzionata rispetto alle prime aspettative. Un semplice intreccio di codici dava vita a malfunzionamenti temporanei ed innocui.
Il grande pericolo WhatsApp dal Medio Oriente
Cerchiamo di tenere la nostra attenzione su pericoli ben maggiori: ad esempio, il malware che sta passando di smartphone in smartphone.
Stiamo parlando di “ZooPark”, il file con effetti potenzialmente killer sui dispositivi mobili. Con tale strumento, gli hacker ed altri malintenzionati possono entrare all’interno del nostro cellulare e soprattutto, hanno la possibilità di assistere in remoto ad ogni gesto compiuto dell’utente sul device.
Nel novero di azioni possibili spicca la possibilità di spiare senza alcuna riserva o ostacolo le chat WhatsApp. Sfruttando le potenzialità del malware, i cybercriminali possono visualizzare ogni nostra conversazione.
Secondo quanto si apprende, al momento il pericolo riguarda solo il Medio Oriente. La prassi cosmopolita di WhatsApp non può distoglierci dal mantenere altissima l’attenzione su ogni file in download e sui siti visitati nel mondo web.