A questo punto, in modo totalmente segreto fino a pochi giorni fa, interviene la NSA degli USA che, secondo l’articolo sopra citato, inizia a tracciare con estrema precisione le transazioni della blockchain di Bitcoin.
Ciò che però fa riflettere è il fatto che questa analisi della NSA non si limita ad una attenta osservazione della blockchain, cosa che in qualche modo può essere considerata un documento pubblico, dato che più o meno tutti possono farlo al giorno d’oggi. Invece, il tracciamento potrebbe aver incluso anche dati sensibili
degli utenti. Infatti, sembra che la NSA abbia raccolto password, attività online e indirizzi MAC di alcuni dispositivi analizzati. I dati raccolti sarebbero quindi stati uniti a tutti quelli già in possesso dell’NSA e resi in seguito “ricercabili” tramite un software avanzato che, sostanzialmente, permette di associare una persona al dato raccolto: non sarebbe quindi difficile, a quel punto, risalire a informazioni molto più intime, come nome e cognome, indirizzi ecc. Tutto questo è avvenuto tramite un programma chiamato OAKSTAR, che di fatto è una specie di accordo che permette all’Agenzia di controllare le comunicazioni e i cavi della fibra ottica di diverse aziende: una sorta di collaborazione industriale che ha permesso di raccogliere dati da modem, switch, centraline.Tutta questa faccenda solleva non pochi dubbi nella testa delle persone, riguardo all’aspetto legale e morale della questione: non tutti forse vorrebbero essere spiati da organizzazioni nazionali segrete che potrebbero presentarsi alla porta in ogni momento.
Ma dovrebbero fermarsi per questo motivo? Ciascuno giudicherà la questione secondo la propria opinione, ma non è da dimenticare il fatto che per milioni di persone innocenti che non vale la pena “spiare”, ci sono anche i criminali, quelli veri, che potrebbero sfruttare i Bitcoin per scopi illegali e crimini terribili, quelli che tutti noi vorremmo vedere fermati dalla giustizia.
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