Recentemente, Max Schrems, avvocato di un’associazione no profit ha presentato quattro reclami distinti per Android, Facebook, WhatsApp e Instagram.
L’accusa, per tutte e quattro, è quella di essere ricorse ad un “consenso forzato“, tempestando gli utenti con pop up che impongono il via libera dell’uso dei propri dati.
Facebook e Google denunciate per il consenso forzato
L’avvocato Schrems, in una nota precisa che il consenso di questi social network dovrebbe essere fornito in un clima di assoluta libertà da parte dell’utente, senza pressioni. Ed è esattamente il contrario di quello che sta succedendo, perché le applicazioni mostrano infatti banner o pop up apparsi ovunque nelle scorse settimane. L’obiettivo è quello di far accettare all’utente il consenso, se non dovesse accettare, il servizio non sarà più utilizzabile.
L’avvocato ha già alle spalle attività legali contro le intrusioni nella privacy degli utenti. Ben prima dello scandalo Cambridge Analytica che ha coinvolto Facebook, Schrems iniziò la sua battaglia con tutti gli strumenti possibili, per ridimensionare le esigenze di aziende come queste, nella vita degli utenti. I quattro reclami che sono stati appena presentati, saranno gestiti da autorità nazionali per la privacy.
La francese Commission Nationale de l’Informatique et des Libertés si occuperà di Android con una sanzione massima di 3.7 miliardi di euro. La belga Data protection authority gestirà Instagram, con una sanzione massima di 1.3 miliardi di euro. La tedesca Der Hamburgische Beauftragte für Datenschutz und Informationsfreiheit si occuperà di WhatsApp, con una sanzione massima di 1.3 miliardi di euro. Infine l’austriaca Datenschutz behörden si occuperà del comportamento di Facebook, con sanzione massima sempre di 1.3 miliardi di euro. Vi terremo ovviamente informati sulla questione.