tutor spenti autovelox Diventa realtà la sentenza del 10 aprile 2018 emessa dalla Corte di Appello di Roma riguardo allo spegnimento dei Tutor da molti anni utilizzati da Autostrade per l’Italia.

I dispositivi, utilizzati sui tratti autostradali gestiti da Autostrade per l’Italia (ASPI) dal 2005 in sostituzione degli autovelox, consentivano non solo di rilevare la velocità del veicolo nell’istante di passaggio, ma anche di calcolarne la velocità media, basandosi sul tempo impiegato dal veicolo per percorrere il tratto di strada tra due dispositivi di rilevamento. I numeri di targa dei singoli veicoli venivano mandati infatti ad un sistema centrale, al quale era affidato il compito di monitorarne la velocità media trattenendo soltanto i dati dei veicoli da sanzionare.

È proprio quest’ultima funzione ad aver incrementato la sicurezza sulle strade rispetto ai tempi in cui a garantire il rispetto dei limiti di velocità erano gli autovelox. Questi ultimi, infatti, oltre ad essere ampiamente segnalati, rilevavano la velocità del veicolo solamente al passaggio, consentendo agli automobilisti di rallentare solo in prossimità di queste postazioni per poi accelerare nuovamente subito dopo averli superati. Il calcolo della velocità media operato dai Tutor, impedendo questi comportamenti, ha ridotto il numero di morti sulla strada e anche il numero di incidenti avvenuti sui tratti autostradali.

Ma come mai questi dispositivi sono stati spenti? Autostrade per l’Italia è stata accusata da una piccola società, la Craft srl, di aver prodotto un dispositivo del tutto simile a quello che la stessa Craft aveva brevettato anni prima. L’azienda, a seguito del brevetto, aveva presentato il proprio prodotto ad ASPI, che dapprima aveva deciso di non acquistarlo, per poi presentare un dispositivo dalle stesse funzioni a distanza di pochi anni. La vera e propria guerra tra le due società in tribunale si è conclusa il 10 Aprile, con la decisione di spegnere i Tutor per poi sostituirli con dispositivi analoghi. Alla richiesta di ASPI di sospendere la sentenza fin quando tutti i dispositivi non fossero stati sostituiti, la Cassazione il 21 maggio ha risposto deliberando il loro immediato spegnimento.

Molti dei Tutor non sono già più in funzione e, attendendo l’inizio di luglio per l’installazione del nuovo sistema di monitoraggio della velocità, è stata ripristinata la funzione degli autovelox, che non potendo eguagliare l’efficacia dei “vecchi” Tutor, sono co-adiuvati dai telelaser e dalla presenza di pattuglie della Polizia dislocate in diversi tratti, pronte a sanzionare gli automobilisti che supereranno i limiti. Questo potrebbe avvenire, come accade in molti Paesi Europei, con la presenza di due pattuglie a poca distanza l’una dall’altra: la prima con il ruolo di registrare la violazione del limite di velocità, la seconda atta invece a fermare l’auto multando il conducente. In questo modo, la violazione ricadrebbe direttamente sul guidatore, che oltre al pagamento dell’ammenda, vedrebbe decurtati fino a 6 punti dalla patente a seconda dell’entità dell’infrazione.

Nonostante tutti i provvedimenti presi, saranno sempre l’attenzione e la prudenza degli uomini e le donne al volante a fare la differenza, in particolar modo considerando che il mese di giugno vedrà molti fuggi-fuggi dalle città durante il week-end.

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