Che Facebook non sia in grado di tenere sotto controllo al meglio la propria piattaforma, è risaputo. Lo scandalo Cambridge Analytica ne è stato un chiaro segno tanto che ha praticamente scoperchiato il vaso di Pandora. In realtà, come molti sospettavano, la situazione è ben peggiore, anche troppo.
A quanto pare, secondo un indagine fatta dal New York Times, il Social Network ha venduto sistematicamente un accesso dettagliato ai dati degli utenti a compagnie come Apple, Samsung e BlackBerry. Questi, sono solo i nomi più altisonanti, ma le compagnie coinvolte sono più di 60. Lo scopo era offrire messaggi e altre funzionalità senza la necessità di un’applicazione installata.
Uno degli esempi citati dal giornale, è quello relativo a BlackBerry Hub. Tale piattaforma era in grado di raccogliere dati privati da oltre 500 amici
per ogni utente, compresi interessi e tendenze. Inoltre, potrebbe anche accedere a molte altre informazioni sugli amici degli amici, arrivando a superare i 250.000 utenti “spiati”.Facebook si è subito prodigata a smentire tali affermazioni In realtà sono state create delle API per delle specifiche aziende come le sopracitate oltre ad Amazon, Microsoft e altre. Tali sistemi erano strettamente tenute sotto controllo dal social erano state messe in piedi per un interesse comune.
Come è successo però anche in altri eventi delicati, alcuni ex membri del social hanno espresso perplessità, per non dire altro, sui metodi usati. Ecco le parole di un vecchio dipendente: “È scioccante che questa pratica possa continuare ancora sei anni dopo, e sembra contraddire la testimonianza di Facebook al Congresso secondo cui tutte le autorizzazioni degli amici sono state disabilitate.”
Detto questo, a quanto pare il fondatore ha mentito davanti al Congresso degli Stati Uniti.