Anche se la Cina rimane il più grande mercato di smartphone del pianeta, l’azienda è recentemente scesa in quarta posizione nel suo paese d’origine. Infatti, è stata superata da Huawei, OPPO e Vivo. Anche la domanda complessiva di smartphone nel mercato dell’Estremo Oriente è in forte calo. La Cina è stata evidenziata come la ragione principale del primo calo storico delle spedizioni e vendite di smartphone, in tutto il mondo, da parte di numerosi brand del settore.
Reuters riferisce che alcuni investitori sono preoccupati anche per i margini di profitto della compagnia. L’unità software della società è considerata molto più redditizia a causa del suo modello di business incentrato sulla pubblicità. D’altronde, Xiaomi è una società completamente orientata alla crescita anziché al profitto
e sembra non avere intenzioni di cambiare rotta con l’offerta pubblica. È probabile che questo stato di cose scoraggi la maggior parte degli investitori che non sono alla ricerca di impegni a lungo termine, limitando così il potenziale successo dell’IPO di Xiaomi. La società è ancora considerata destinataria di una somma di circa 80 miliardi di dollari, dopo aver stabilito il suo obiettivo di raccolta fondi IPO a 10 miliardi di dollari in contanti.Un’altra preoccupazione recentemente sollevata è il crescente interesse per le vendite offline. Si prevede che i nuovi stabilimenti aumenteranno i propri costi operativi in modo significativo, mangiando margini di profitto già bassi. Xiaomi rimane fedele a questa strategia. Inoltre, gli sforzi per gli Stati Uniti sono limitati a causa di possibili violazioni dei brevetti che potrebbero finire per essere contestati. Insomma, sorgono delle perplessità. Nonostante ciò, l’IPO di Xiaomi si svolgerà, sarà a luglio se la società riceverà le approvazioni finali. Non resta che aspettare.