Facebook è stato coinvolto nello scandalo Cambridge Analytica qualche mese fa, abbiamo scoperto che è stato un problema durante le elezioni presidenziali Americane.
Oggi purtroppo siamo venuti a sapere che è stato un problema anche durante il referendum Irlandese, nonostante si tratti di una nazione con solo 3.2 milioni di abitanti.
In occasione del referendum dello scorso 25 maggio, le pubblicità politiche sui social network sono diventate molti rilevanti. Soprattutto per il tema delicato che andavano a toccare. In quella data, il paese ha abrogato un emendamento che proibiva l’interruzione di gravidanza. Prima del voto, molto attivisti e politici si dichiaravano preoccupati della possibilità di una campagna di disinformazione online potesse influenzare il voto.
Per questo motivo, molti giornalisti hanno dato vita ad un progetto
per analizzare le pubblicità presenti sui social network e segnalare di conseguenza quelle che diffondevano notizie false. Il progetto è stato chiamato Transparent Referendum Initiative ha coinvolto 600 persone. Questi utenti hanno installato nel proprio browser un plug-in che raccoglieva tutte le pubblicità su Facebook che riguardavano il referendum.La TRI ha infatti scoperto una serie di gruppi stranieri antiabortisti che hanno tentato di influenzare il referendum. Il progetto è stato organizzato appunto dopo gli scandali sulla campagna elettorale statunitense del 2016. Secondo i risultati del progetto, il 14% dei 280 gruppi che hanno comprato pubblicità su Facebook, aveva sede all’estero. La piattaforma ha in seguito deciso di vietare le pubblicità dall’estero, anche se non è bastata questa mossa per smuovere le critiche.