Il Google I / O 2018 è terminato circa un mese fa, e ancora stiamo elaborando l’enorme mole di informazioni che Google ha rilasciato in occasione della conferenza. Uno degli argomenti più scottanti è stato sicuramente Project Treble, il quale materializza gli sforzi di Google per arginare la frammentazione Android.
Alla conferenza, i colleghi di ArsTechnica hanno intervistato Iliyan Malchev (il capo del progetto Treble) e Dave Burke (VP of Engineering Android), realizzando così quello che è sostanzialmente un approfondimento su Project Treble e gli aggiornamenti successivi ad Android P.
L’intera intervista è affascinante, ma anche molto lunga ed estremamente tecnica. Partiamo con il descrivere Project Treble: esso è sostanzialmente una ristrutturazione del sistema operativo Android e di come vengono implementati gli aggiornamenti. Prima di Treble, ogni fase del processo di creazione di un nuovo smartphone – dall’ultima versione di Android, alla produzione di chipset, all’integrazione dei driver, fino all’interfaccia utente – doveva essere eseguita in ordine sequenziale. Tutto ciò non deve più accadere con Treble.
Ora, i produttori di chipset e i produttori di dispositivi possono lavorare assieme e contemporaneamente sugli aggiornamenti
, mentre Google sviluppa il software – dunque, è Mountain View a svolgere gran parte del lavoro. Questo è il motivo per cui le versioni beta di Android P sono disponibili su così tanti dispositivi diversi dai Pixel, tra i quali segnaliamo OnePlus 6 e Essential Phone . Questo non è mai successo nella storia di Android.Con Treble, Google è come se dicesse ai produttori: “Abbiamo fatto tutto il lavoro per te, ora ciò che devi fare è rilasciare l’aggiornamento“.
Nel caso di Essential Phone, il piccolo team di Essential è riuscito a implementare Android P in tre giorni proprio grazie a Project Treble. Tre giorni. Se lo ha fatto Essential, non c’è motivo per cui colossi come Samsung e Xiaomi non rilascino in maniera tempestiva e costanti gli aggiornamenti sui propri dispositivi.
In tal senso, gli utenti Android potranno valutare in maniera oggettiva quali sono gli OEM più costanti e ”professionali” in tema di aggiornamenti. Se un’azienda non rilascia aggiornamenti periodici, essa è un’azienda da evitare.