Il social network Facebook ha recentemente presentato al congresso degli Stati Uniti 454 pagine di informazioni. Questi documenti aiutano a capire che la piattaforma sa più cose su di voi di quante ne potete immaginare.
La piattaforma ha presentato questi documenti al congresso per rispondere alle oltre duemila domande che gli esponenti di Camera e Senato hanno fatto al CEO dell’azienda, Mark Zuckerberg in seguito allo scandalo Cambridge Analytica.
Questo documento ci fa ben capire che l’azienda ha delle informazioni su di noi, che non possiamo neanche immaginare. Giusto pochi giorni fa è arrivata un’altra accusa, secondo cui l’azienda condividerebbe i nostri dati anche con delle importanti aziende, produttrici di smartphone. La piattaforma ha dato la possibilità a tutti gli utenti di poter scaricare una copia dei propri dati. In questo documento sono presenti post, posizione, cronologia delle chiamate, messaggi, foto e molto altro.
Pensate che addirittura, Facebook è in grado di capire che il nostro smartphone ha la batteria scarica
. Lo fa, tracciando i cambiamenti di hardware su qualunque dispositivo supporti questo servizio. Questa categoria non include solo smartphone, ma anche tablet, computer e oggetti intelligenti. Questi dati sono sfruttati dalla piattaforma per capire quanta batteria viene utilizzata con la propria applicazione, anche se può essere utilizzata per capire i nostri spostamenti online. Questa tesi è stata dimostrata dalla ricerca eseguita all’Università di Princeton nel 2016.Facebook riesce a capire anche quali applicazioni abbiamo installato, come le usiamo e per quanto tempo. Queste informazioni permettono all’azienda di capire quali sono i suoi diretti concorrenti così da anticiparne le mosse. Poi ci sono ancora, il registro delle chiamate e messaggi su Messenger e WhatsApp, i post letti con attenzione, le foto condivise. In questi documenti si capisce che la piattaforma è anche in grado di distinguere i dispositivi grazie al numero di serie. Lo staff di Zuckerberg però ci tiene a precisare: “agli inserzionisti forniamo report sui tipi di persone che visualizzano i loro annunci e le loro performance, ma non condividiamo le informazioni che identificano personalmente qualcuno, a meno che non c’abbiano autorizzato“.