Mentre i sistemi di assistenza vocale Google Assistant e Google Home stanno diventando ormai il centro dell’interesse pubblico, la società di Mountain View intensifica l’azione della sua Intelligenza Artificiale applicata al campo medico, dove un’inquietante nuova prospettiva lascia letteralmente a bocca aperta.
L’oracolo Google (passateci il termine) è in grado di stabilire quanto tempo ci resta da vivere, sulla base di un database in analisi formato da oltre 46 miliardi di informazioni. I dati, forniti all’algoritmo, vengono processati al fine di valutare elementi discriminatori che, sulla base della storia clinica dell’individuo, consentono di delineare complicazioni letali.
Si tratta di un sistema di diagnosi preventiva il cui scopo è quello di discernere gli interventi utili da quelli inutili e che, pertanto, rispondono con largo anticipo alla lecita, e senz’altro angustiante, domanda “Dottore, ci sono speranze?“.
L’impatto di un sistema simile sul sistema sanitario potrebbe stravolgere la nostra visione della vita in modi fin oggi impensabili per la medicina moderna. Google si fa carico di un processo che interpone le macchine all’intervento umano, con potenziale risvolti etici negativi derivanti dalla pubblica valutazione della critica medica internazionale.
Medical Brain, questo il nome dell’IA, non arriverà comunque al mercato i tempi così brevi. Giusto il tempo per un addestramento neutrale e ponderato. Voi che cosa ne pensate al riguardo? Un simile approccio vi mette paura?