News

Dati sulla localizzazione raccolti illegalmente, interviene SCOTUS

Durante una votazione, la Corte Suprema degli Stati Uniti (SCOTUS) ha stabilito che la maggior parte delle richieste di dati sulla posizione non autorizzate sono illegali.

Infatti, in precedenza è stato anche emesso un verdetto dalla Corte d’Appello del sesto circuito. SCOTUS pone quindi ufficialmente fine a questa eterna lotta. Un caso altamente polarizzante è quello che risale al 2011 quando Timothy Carpenter fu accusato di una serie di rapine a mano armata compiute nell’Ohio e nel Michigan tra la fine del 2010 e l’inizio del 2011. L’attacco fu possibile sulla base di dati delle varie posizioni che l’FBI ha ottenuto senza un mandato. SCOTUS ha ascoltato entrambe le parti alla fine di novembre. Tutto ciò dopo aver stabilito che il modo in cui il governo federale ha ottenuto i dati di Mr. Carpenter dal suo fornitore di servizi mobili MetroPCS era incostituzionale.

I dati che permettono di localizzare dove siamo sono costantemente a rischio come dimostrano le vicende clamorose in America

L’FBI ha rilevato circa 13.000 località frequentate dal convenuto per un periodo di 127 giorni. Così facendo, senza un mandato che richiedesse prove a sostegno di certi sospetti, ha infranto i diritti del Quarto Emendamento di Carpenter proteggendolo. Il tribunale che in precedenza aveva ascoltato il caso ha affermato che i dati sulla posizione dei cellulari non sono protetti dall’emendamento.

La difesa ha affermato che l’accesso illimitato ai dati sulla posizione degli smartphone delle persone nell’era digitale presenta un significativo rischio per la privacy.Infatti come volevasi dimostrare, ciò consente al governo federale di intromettersi nella vita personale di chiunque. Lo sviluppo arriva meno di un anno dopo che SCOTUS ha accettato di ascoltare il caso. La sentenza garantisce efficacemente che nessun cittadino americano debba rinunciare ai diritti del quarto emendamento usando tecnologie di cui il governo potrebbe abusare, dunque intromettendosi senza alcun motivo valido.

Condividi
Pubblicato da
Rosalba Varegliano