Non si tratta di una vera e propria tecnologia nuova nel campo, in quanto soluzioni di fascia alta integrano già questo genere di supporto. La vera novità sta nel fatto che ora il campione di adesione è rappresentato dal 70% del mercato mondiale dell’auto, con 75 partner che renderanno disponibili le tecnologie in una più ampia rosa di modelli.
Per quanto riguarda la viabilità stradale abbiamo trattato i nuovi tutor in arrivo a luglio, ma nel contesto della mobilità stradale si ha il coinvolgimento più diretto della tecnologia in chiave automotive con la nascita del primo vero standard Digital Key Release 1.0.
Si tratta di una soluzione che virtualizza una chiave in formato elettronico, che tramite il chip NFC viene sfruttata per aprire ed avviare l’auto senza chiave. Si parla di un sistema modulare ed altamente scalabile, che da semplice soluzione di controllo e condivisione può divenire, in un prossimo futuro, qualcosa di più ampio in quanto a funzioni. In una nota divulgata alla vigilia dell’ufficializzazione si legge:
“Le specifiche della Release 1.0 forniscono un metodo di distribuzione generalizzato che consente ai veicoli OEM di trasferire in sicurezza l’implementazione di una chiave digitale sui dispositivi smart, sfruttando una infrastruttura Trusted Service Manager (TSM) esistente”
Nel corso del primo trimestre 2019 si avrà già un primo aggiornamento che introdurrà la revisione 2.0, ora in sviluppo congiunto da parte di Apple, Audi, BMW, General Motors, HYUNDAI, LG Electronics, Panasonic, Samsung, and Volkswagen, ALPS ELECTRIC, Continental, DENSO, Gemalto, NXP e Qualcomm.
Si getteranno le basi per la realizzazione di un nuovo protocollo di autenticazione che faccia comunicare auto e smartphone in sicurezza. Al riguardo, è stato detto che:
“Unendo le forze, la Release 2.0 fornirà una soluzione pienamente scalabile per ridurre i costi di sviluppo a carico delle aziende e assicurare interoperabilità tra differenti dispositivi e veicoli”
Molto c’è da fare sul piano della sicurezza, e tante saranno le decisioni e le scelte da prendere al fine di ridurre al minimo i rischi dovuti all’intervento esterno dei cyber-criminali. E come trattare poi la questione “batteria smartphone scarica”? Tutte argomentazioni che ben presto potrebbero lasciare il posto ad un uso passivo del chip. Ma prima di azzardare ipotesi attendiamo un resoconto., Seguiteci per i dettagli.