La struttura prevede cinque stanze di 95 metri quadrati e ospiterà una famiglia locale per l’assistenza sociale. E le autorità locali hanno dichiarato che l’intento è sviluppare un intero distretto di tali case di supporto. “È questo il futuro?“, è stato chiesto a Benoit Furet, professore all’Università di Nantes, che ha lavorato al progetto.
Trattasi di “una soluzione e un principio costruttivo interessante perché creiamo la casa direttamente sul posto e, inoltre, siamo in grado di creare muri con forme complesse“. Questo non è il primo edificio creato utilizzando la tecnologia di stampa in 3D. Tuttavia, accademici, ingegneri e produttori affermano che sarà il primo ad essere così completo. E dicono che, se ingrandito, il processo potrebbe essere usato per costruire case efficienti dal punto di vista energetico più veloci ed economiche rispetto a quelle attuali.
Una macchina appositamente creata con questo tipo di tecnologia -denominata BatiPrint3D– ha impiegato appena 18 giorni per i primi scompartimenti, utilizzando un materiale polimerico. Il calcestruzzo è stato quindi riempito in pareti cave per l’isolamento. Il nuovo progetto – chiamato Yhnova – è invece per la casa a forma di Y. Essa è dotata di sensori per monitorare la qualità dell’aria, l’umidità e la temperatura, nonché i sistemi per valutare le proprietà termiche dell’edificio. Ciò dovrebbe consentire agli inquilini di risparmiare sui costi energetici, secondo i progettisti.
Nantes Métropole, l’autorità cittadina, dice che sta lanciando uno studio di fattibilità sulla possibilità di stampare un complesso residenziale suburbano. Quest’ultimo sarà composto con case di diverse forme e dimensioni, nonché un centro di accoglienza pubblico di 350 metri quadrati. La presentazione è arrivata poche settimane dopo che la società di Shanghai, Polymaker, ha annunciato che la sua vettura LSEV – un piccolo veicolo elettrico che può raggiungere i 43 chilometri all’ora – sarebbe diventata la prima al mondo prodotta in serie interamente con stampanti 3D.