IPTV, che significa Internet Protocol TV, è un servizio che non richiede alcun costo o abbonamento, e permette di usufruire di servizi di un valore mensile che va dalle decine alle centinaia di euro mensili. Ciò determina un grosso danno per le aziende che vedono i diritti dei propri contenuti violati, perdendo in alcuni casi anche l’unicità di trasmissione.
Il processo per ottenerla è molto semplice, ossia basta scaricare l’applicazione (che è possibile trovare facilmente su alcuni store adatti) sul proprio smartphone o tablet o il software per il computer, dotarsi del player adatto (al quale download si è rimandati immediatamente dall’app stessa) e munirsi di un link che faccia riferimento alla programmazione alla quale si è interessati (non è assolutamente difficile reperirle in quanto se ne trovano centinaia in diversi risultati di ricerca di un qualsiasi motore).
Ciò che avviene è un collegamento dell’app ai server tramite web. Server che criptano il segnale delle Pay TV in questione e lo decodificano permettendone lo stream e quindi la fruizione a chiunque decida di utilizzare questo servizio.
Come appare chiaro, i colossi della televisione non sono rimasti con le mani in mano, intraprendendo azioni legali, che hanno portato a evidenziare come l’utilizzatore finale agisca deliberatamente, rendendosi così in maniera ancora più profonda partecipe di un’azione illegale, usufruendo di contenuti coperti da diritti e violando questi ultimi.
La sanzione per il singolo utilizzatore della succitata applicazione non rischia solo una sanzione economica ma risulta perseguibile ai fini della legge. Chiaramente in base al reato effettuato, che va dal semplice utilizzo alla criptazione di una carta che tramite decoder consente di ottenere il palinsesto completo sulla propria televisione, o ancora alla creazione di sistemi completi correlati alla stessa Internet Protocol TV.
La sanzione più comune è di 154 €, ma vi è un caso correlato ad una sentenza di ottobre che ha fatto molto discutere ed ha creato un precedete, per il quale ora più di prima bisogna stare attenti a non utilizzare questo servizio.
La sanzione n. 46443/2017 ha condannato definitivamente un uomo a una cifra nettamente superiore, ossia 2000 €, ma anche a 4 mesi di carcere. E non è tutto. Oltre alla sanzione, che potrà essere applicata nuovamente per altri utenti, in riferimento alla stessa legge, le aziende coinvolte potrebbero chiedere un risarcimento danni, richiedendo il pagamento di ogni arretrato dovuto in base a ciò che l’utente ha utilizzato ed in base al servizio del quale ha usufruito.
Ad oggi perciò è più che consigliabile non utilizzare IPTV, poiché il rischio nel farlo è alto e sembrerebbe proprio, a conti fatti, che il gioco non ne valga la candela, come si suol dire.