IPTV è un servizio straordinario ma dietro ad esso si aggirano molti sotterfugi che offrono parziali benefici come anche molti rischi, fino ad arrivare a veri e propri reati.
Le liste di IPTV che permettono di avere una gamma di canali comprendenti gli interi panieri di Sky e Mediaset sono ormai molto diffuse per due grandi motivi: si ha tutto su un’applicazione o un decoder e il prezzo del servizio è irrisorio.
Esse sono rilegate in dei semplici link, che una volta utilizzati attraverso un client apposito come VLC, consentono di vedere un canale TV in tutta la libertà. Ma attenzione, non è oro tutto quel che luccica!
Assolutamente sì. Pagare un fornitore di liste IPTV con canali privati, pubblici o di mittenti a pagamento è un vero e proprio crimine: lo afferma la normativa italiana.
Per spiegare l’illegalità dell’atto è necessario fare una distinzione tra i due tipi di liste principali: quelle pubbliche e quelle private.
Le liste private sono, solitamente, quelle offerte da fornitori online o da intermediari, i quali in cambio di un compenso monetario, forniscono dei link contenenti flussi di canali come quelli Mediaset Premium o di Sky -o in generale, i canali Pay TV-.
Le liste pubbliche, invece, contengono i canali in chiaro e nei maggiori dei casi, seppure illegali, non prevedono grosse sanzioni.
Se prima di settembre la situazione sembrava più dolce, con il mese di ottobre è stata totalmente stravolta.
In quello stesso mese, la la Corte di Cassazione con la sentenza n. 46443/2017, ha approvato il giudizio della Corte d’Appello nei confronti di un soggetto che aveva utilizzato tali servizi. La pena è ammontata a 4 mesi di carcere e 2.000 euro di multa.
Ad aggravare ancora di più la situazione è che oltre a questa pena, i soggetti usanti le liste illegali di IPTV possono anche incorrere in una denunzia da parte delle aziende coinvolte, le quali potrebbero portare avanti una sentenza per risarcimento danni.
Per molti utenti, pagare due abbonamenti per le Pay TV può risultare troppo sconveniente mentre averle entrambe per 10 euro sembra un’ottima alternativa.
Non è affatto vero che i servizi di IPTV stanno crescendo a dismisura poiché sebbene il servizio possa essere contratto attraverso intermediari, la guardia di finanza e la Polizia Postale hanno già provveduto alla chiusura di circa 9 portali che fornivano le suddette liste.
Di prassi la risposta sarebbe sì, ma in questo caso dipende. Da cosa? Beh, dal servizio utilizzato.
Difatti, molti utenti utilizzano VPN gratuite che non sempre garantiscono l’anonimato totale poiché i servizi sono o fasulli o scadenti.