“Esaminiamo regolarmente le nostre applicazioni per valutare quali sono quelle che gli utenti apprezzano di più“, si legge nella nota. A volte questo significa chiudere un’applicazione e le sue API allegate. “Sappiamo che alcune persone usano ancora queste applicazioni e resteranno deluse e vorremmo cogliere l’occasione per ringraziarle per il loro supporto”, ha spiegato ancora la società nel blog.
Hello è stata lanciata nel 2015 per gli utenti Android in Brasile, negli Stati Uniti e in Nigeria, per poi espandersi in tutto il mondo. Ciò ha permesso alle persone di combinare le informazioni dei loro contatti Facebook con quelle del loro telefono.
Moves, d’altra parte, è stata presentata nel 2014 dopo che Facebook l’ha acquisita da un’altra società. Questa app memorizzava una registrazione dell’attività fisica quotidiana dell’utente.
E infine, tbh, acquisita nel 2017, quindi anche quella più “giovane”. Con questa app, si è sostanzialmente permesso di lasciare commenti anonimi nelle scuole degli Stati Uniti.
Sempre in questi giorni, Facebook ha annunciato di aver condiviso dati con almeno 61 aziende di centinaia di milioni di utenti, sebbene la società abbia affermato che l’obiettivo era quello di consentire a servizi e applicazioni di funzionare correttamente.
Dunque, a dispetto di quello che sta accadendo al social di Mark Zuckerberg, il motivo della chiusura di queste app non sarebbe legato alla diffusione dei dati degli utenti. Bensì ad un utilizzo scarso o alla sostituzione di esse con applicazioni più moderne e al passo con le richieste di oggi.