Ormai da anni si parla e si cerca una soluzione agli oggetti che sembrerebbero dannosi alla salute delle persone. Primo fra tanti, un oggetto di comune uso quotidiano per ormai gran parte della popolazione: il cellulare!
Secondo le statistiche almeno 3 persone su 4 utilizzano il cellulare almeno 3 ore al giorno, esponendosi al rischio radiazioni. Numerosi studi sostenuti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, sono giunti alla conclusione che le radiofrequenze possano provocare tumori al cervello e al nervo acustico. La causa, però, non sarebbe, come molti asseriscono, il tempo di utilizzo del cellulare, bensì la quantità di frequenze assorbite dal nostro corpo, in particolare dal cervello umano.
In Italia sono già 4 le sentenze dei tribunali hanno riconosciuto una correlazione tra l’utilizzo dei telefonini e delle apparecchiature wireless e l’insorgere del cancro. Ne è un esempio il Tribunale di Ivrea che nel 2017 riconobbe a un dipendente Telecom, che aveva sofferto di tumore all’orecchio perché costretto ad utilizzare troppo il telefono per lavoro, il risarcimento da parte dell’Inail, obbligando quest’ultimo il pagamento di una rendita perpetua. Ugualmente era accaduto anche qualche anno prima da un dirigente aziendale di Brescia, e la sentenza si era conclusa ancora una volta con la condanna dell’Inail al risarcimento.
Ma come conoscere la quantità di radiofrequenze? Ce lo dice il valore SAR (Specific Absorption Rate), ovvero il Tasso di Assorbimento Specifico, che sembrerebbe essere più elevato per i cellulari di vecchia generazione.
In media i telefoni cellulari hanno una frequenza di onde elettromagnetiche che va dagli 800 ai 2400 megahertz approssimativamente. La legge obbliga i produttori a sviluppare e mettere in commercio cellulari il cui valore SAR riesca a mantenersi sotto la soglia dei 2 W/kg; negli Stati Uniti e in Canada, invece, la soglia è più bassa: non deve superare 1,6 W/kg.
La lista degli smartphone che emettono più radiazioni
La CNET review, rivista americana che si occupa di tecnologia ed elettronica di consumo, nel 2016 ha stilato una lista di indice di pericolosità dei telefoni, dal più pericoloso al meno. Tra i modelli smartphone di ultima generazione con i più bassi livelli di radiazioni elettromagnetiche troviamo i Samsung.
Al primo posto in classifica troviamo il Wiko Fever e il Samsung Galaxy A3 2015, che hanno un valore di SAR di 0.24 W/Kg. Segue lo Xiaomi Mi5, che non supera i 0.33 W/Kg. Invece, tra gli smartphone più “pericolosi”, cioè tra quelli con un livello SAR più elevato, si annoverano molti cellulari del marchio Huawei – primo in classifica il Huawei Honor 8 – e la Apple.
Ad ogni modo, rispetto alla prima classifica, che era stata stilata nel 2014, si è notata una diminuzione del Tasso di Assorbimento specifico nei modelli presenti ai primi posti nella lista, cioè quelli che avevamo livelli di SAR più alti, riuscendo comunque a non andare ad intaccare la buona qualità di ricezione del segnale. Niente paura però: nonostante alcuni cellulari abbiano valori di frequenze elettromagnetiche superiori rispetto ad altri, nessuno supera i limiti stabiliti dalle normative.