Privacy e sicurezza sono due argomenti che assumono un peso sempre più importante in un periodo che ci ha portati in ottica GDPR attraverso una serie di novità poste a tutela di questi due fondamentali aspetti del trattamento sui dati personali.
Tutti noi pensiamo di avere le idee ben chiare su quale sia il percorso che i nostri dati sensibili intraprendono nell’intricato mondo del servizi web. A quanto pare ci sbagliamo di grosso, ed un’analisi condotta dalla BBC chiarisce che dietro la questione security c’è ben altro che un sistema di tutela ad ampio raggio. Le rivelazioni sono scioccanti.
Privacy e sicurezza: le pietrificanti scoperte della BBC
Applicazioni sofisticate ed user-friendly sono i peggiori nemici della nostra sicurezza online. In particolare, i report dimostrano come i vari servizi tracciano costantemente la nostra posizione tramite il GPS. Poco importa se nel farlo si sfruttino i sensori di posizione, le impostazioni di sistema o gli indirizzi IP. Lo scopo è sempre lo stesso: sanno sempre dove siamo.
In pole position nella lista dei siti più invadenti vi sono senz’altro Facebook e Twitter, ben lontani dalle norme di buona prassi in materia di privacy sui dati sensibili. Twitter, ad ogni modo, si giustifica dicendo che l’analisi posizionale serve per mantenere l’account affidabile e le impostazioni ottimali.
Altro esempio di sopruso alla nostra riservatezza sono gli accordi in sordina che partner come Tinder instaurano con società che accolgono ben volentieri i dati degli iscritti. Siti come quelli appartenenti al sistema Match Group, come ad esempio OK Cupid, sanno tutto di noi e giustificano questo loro comportamento dicendo che tutto ciò ha lo scopo di offrire un servizio di “manutenzione, customer care, marketing e pubblicità mirata”.
In questo contesto rientra anche LinkedIn che dietro direttiva Microsoft riceve ed archivia miliardi e miliardi di dati al giorno. La situazione è fuori controllo.
Ancor più grave è il fatto di pensare che vengono catalogati anche i dati accelerometro, giroscopio e bussola. Tutto ciò sembra in apparenza inspiegabile, ma questo è quanto. Facebook tiene addirittura traccia delle tempistiche per i mancati login e sa se abbiamo o meno un profilo online. Le già citate Twitter e LinkedIn analizzano tutti i nostri messaggi e possono sapere non solo quando, ma anche con chi abbiamo comunicato. Tutto, secondo quanto dicono i big del social network, allo scopo di offrire un miglior servizio integrato.
Per non parlare poi del fatto che tutti i nostri dati vengono condivisi esternamente nel contesto dei siti di e-commerce. Vi siete mai chiesti perché visitate un sito di cucina ed improvvisamente vi trovate con l’annuncio di un Huawei P20 Pro? Semplice, le aziende profilano le nostre preferenze di navigazione e mostrano poi ads ad hoc che, senza volerlo, ci portano ad acquistare prodotti online.
E voi che idea vi siete fatti in merito al trattamento dei dati personali ed alle questioni privacy e sicurezza?