Le ultime settimane sono state molto importanti ZTE, la quale sembra aver finalmente risolto i suoi problemi con gli Stati Uniti. Ricordiamo che il governo degli USA aveva vietato alle compagnie americane di fare affari con il produttore cinese di smartphone.
Tuttavia, oggi gli Stati Uniti hanno ufficialmente revocato tale divieto, e ciò consentirà a ZTE di riprendere le pratiche commerciali nel suolo statunitense, comprese quelle con società americane.
Ma solo perché il divieto è sparito non significa che ZTE sia salva.
”Sebbene abbiamo tolto il divieto a ZTE, [il Dipartimento del commercio] rimarrà vigile mentre monitoriamo attentamente le azioni della compagnia per garantire il rispetto di tutte le leggi e i regolamenti degli Stati Uniti“, afferma ministro del commercio Wilbur Ross in una nota.
Come parte dell’accordo per revocare il divieto, l’azienda cinese ha dovuto pagare una sanzione da 1 miliardo di dollari e depositare 400 milioni di dollari in un conto a garanzia del rispetto di tutte le norme vigenti negli USA. I problemi sono iniziati quando l’azienda fu accusata di violare varie leggi sul commercio internazionale – violazione che ha cercato (vanamente) di nascondere.
In risposta a questa attività illegale, il Dipartimento del Commercio ha sancito un divieto totale di lavorare con qualsiasi entità americana, tra cui il chipmaker Qualcomm e la stessa Google. La situazione fu subito critica: ZTE rischiava seriamente di fallire, poichè tale divieto avrebbe distrutto la sua capacità di produrre smartphone.
Sulla vicenda è persino intervenuto il governo cinese, il quale ha chiesto al presidente degli Stati Uniti Donald Trump di revocare il divieto, citando la perdita di migliaia di posti di lavoro cinesi nel caso in cui ZTE dovesse fallire. Trump ha deciso di revocare il divieto, ma i senatori statunitensi hanno combattuto per sostenere la decisione del Dipartimento del Commercio.
In un modo o nell’altro, Trump è riuscito a convincere il Senato, permettendo la revoca del divieto. ZTE è salva, per ora.