Quando si muore si dovrebbe trovare la pace spirituale e terrena, ma non sempre è così ed il caso Paypal – Lindsay Durdle ne è la prova.
Nelle ultime ore questo avvenimento ha scosso un po’ la quiete pubblica perché come può una donna defunta violare il regolamento di Paypal? Ebbene, la società dei servizi di pagamento ha trovato al risposta.
Gli avvenimenti in breve
La povera Lindsay Durdle è deceduta a fine maggio di quest’anno, all’età di 37 anni, per un tumore che si era espanso dal seno ai polmoni e fino a toccare il cervello; nonostante suo marito avesse avvisato la società del decesso, nella loro dimora è stata consegnata una lettera per un richiamo di pagamento, un sollecito pari a 3.200 sterline con la quale Paypal afferma che la signora, seppure morta, abbia violato i termini di servizio della piattaforma. Ma come?
I sistemi di pagamento ed il decesso
Usare dei messaggi automatizzati sbriglia il lavoro di molte società e può rivelarsi anche utile quando il sistema risulta essere ben calibrato. Nonostante questo incipit, capita spesso, anche in Italia, che i famigliari si trovino recapitate lettere da parte di società estere (come nel caso delle persone che hanno prestato la loro forza lavoro in Paesi diversi dal proprio), le quali chiedono la conferma della non morte (legalmente noto come Certificato cumulativo di esistenza in vita).
Certo, è un procedimento utile alle volte ma in questo caso, non è stato di buon gusto… tanto da spingere il vedovo della Durdle a contattare la BBC al fine di sensibilizzare le aziende verso una maggiore attenzione.
La risposta di Paypal
Dopo che il caso è diventato mediatico e se ne è parlato nei vari giornali inglesi, Paypal ha rivolto le sue scuse al vedovo ammettendo che non si capacita dell’errore e che questo possa essere dipeso da tre possibili variabili: l’errore umano, l’errato template della lettera o un bug dei messaggi automatizzati.
La società dei pagamenti ha inoltre riconosciuto la sua comunicazione come insensibile.