Con tale progetto, pubblicizzato in uno sforzo congiunto con Microsoft, Twitter e Facebook, i dati potrebbero essere portatili come il tuo smartphone. Google in realtà ha annunciato questo progetto al suo annuncio dell’undicesimo GDPR. Però all’epoca era solo un nuovo progetto open source nelle primissime fasi che sarebbe “col tempo, diventato utile a qualsiasi sviluppatore che volesse offrire un trasferimento di dati senza interruzioni da un servizio ad un altro (o viceversa)“.
Il progetto Data Transfer non può unificare le diverse API proprietarie utilizzate dai servizi sul Web. Però può creare strumenti che sono tra loro compatibili, fornendo agli sviluppatori e agli utenti una serie di formati di dati standardizzati. Finora il progetto ha costruito adattatori per sette diversi servizi su cinque tipi di dati.
Non è richiesto nulla di così assurdo o insicuro come il download manuale e il successivo re-upload. Il progetto Data Transfer consente ai servizi di effettuare il trasferimento tra loro direttamente, service-to-service.
In tal caso, sarà utilizzato un protocollo ad alta sicurezza e crittografia per la protezione della privacy.Inoltre il progetto è open source. Ciò significa che il codice può essere ispezionato e verificato da ricercatori e appassionati per garantire che la sicurezza e la libertà dell’utente siano tutelate. Puoi anche rivedere, scaricare ed eseguire il framework tu stesso per i tuoi progetti, se lo desideri. I contributori hanno già creato supporto per formati di foto, posta, contatti, calendario e dati delle attività per le API disponibili da Google, Microsoft, Twitter, Flickr, Instagram, Remember the Milk e Smugmug.
Il giorno in cui gli utenti raccolgono e migrano i propri dati tra servizi di grandi nomi in modo rapido e semplice potrebbero non essere arrivato. Però se il progetto Data Transfer ha successo, dovrebbe essere un vantaggio per i consumatori e la concorrenza. Non avremmo mai pensato che queste aziende potessero unirsi in collaborazione per qualcosa del genere. Eppure grazie al GDPR, possiamo essere contenti di vederlo accadere.