Ogni giorno sentiamo parlare di una truffa telefonica o online, esse circolano infatti sui maggiori social network utilizzati. Un esempio ne è Facebook, Instagram ma soprattutto WhatsApp. Anche le e-mail non sono da sottovalutare.
Quest’ultime molto spesso hanno un mittente molto conosciuto, come Poste Italiane o i maggiori operatori telefonici. Se però ci si sofferma a guardare l’indirizzo e-mail, si può notare che è molto diverso da quello ufficiale delle aziende in questione. Oggi vogliamo mettervi in guardia su una e-mail che sta circolando proprio in questi giorni.
Fate attenzione alle e-mail che ricevete, potrebbero essere delle truffe
Tra tutte le truffe che sono andate in porto, nel 2017 sono stati “rubati” oltre 27 milioni di euro, finiti nelle mani di malintenzionati informatici. Queste cifre sono state rilevate dalla piattaforma Of2Cen, gestita dalla Polizia Postale, finanziata anche dall’Unione Europea per contrastare il cyber crime finanziario. Su questa piattaforma, confluiscono anche tutte le segnalazioni fatte da parte delle forze dell’ordine e dalle banche.
Lo scopo finale è quello di analizzare e condividere in tempo reale, ogni informazione importante, in modo da bloccare tutte le operazioni considerate illegali. Una e-mail con tentativo di truffa, è abbastanza semplice da capire. La maggior parte delle volte vengono chiamate in causa delle aziende molto potenti, che richiederebbero i dati personali degli utenti. Poste Italiane con Paypal e PostePay è una truffa molto gettonata in rete. Vogliamo avvisarvi che, queste aziende non vi chiederanno mai i dati personali tramite una e-mail, anzi, sicuramente verrete chiamati a presentarvi ad uno sportello, in questo caso Postale.
Stando alla piattaforma Of2Cen, i raggiri hanno come obiettivo finale banche e grosse aziende, pensate che solo l’anno scorso sono stati 14 milioni di euro a finire nella rete delle frodi. Solitamente i malintenzionati utilizzano due sistemi: o si fingono fornitori di banche, inducendo quest’ultime a saldare delle fatture su conti propri, oppure si fingono amministratori delegati dell’azienda frodata, facendo eseguire dei bonifici al dipendente addetto ai pagamenti. Il succo comunque vada è sempre lo stesso, fate molta attenzione alle e-mail che aprite e soprattutto non cliccate link di cui non sapete la provenienza.