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Tutti in pericolo: malware nascosti sui server Google su immagini apparentemente innocue

I server di Google ospitano alcune immagini malware diffuse dagli hacker di tutto il mondo allo scopo di tenere sotto controllo gli ignari utenti, ora preda di una nuova incalzante minaccia informatica alla sicurezza. Non serve andare lontano, addentrandosi nel cosiddetto Dark Web, per scoprire che siamo tutti in serio pericolo. Una semplice foto può risultare fatale. Ecco che cosa si è scoperto da alcuni recenti indagini sull’argomento.

 

Malware nascosti in Google Immagini

Dopo le minacce scaturite dall’arrivo di un nuovo virus che infetta i router tramite una semplice mail si torna in argomento sicurezza, portando all’attenzione di tutti un nuovo fenomeno di infezione che coinvolge indiscriminatamente tutto il popolo della rete.

Stando al report dei ricercatori di Sucuri, i pirati informatici si sarebbero ingegnati con un nuovo sistema di attacco che fa uso delle immagini per diffondere il codice malevolo che infetta i nostri PC, i nostri smartphone ed in generale ogni dispositivo in grado di accedere alla rete. Gli attacchi vengono portati a compimento tramite i server di Google, rendendo davvero arduo il compito degli esperti in sicurezza.

I malware, di fatto, sono insiti nei dati EXIF di immagini in apparenza innocue, ma che in realtà nascondono pericolose insidie per la sicurezza e la riservatezza di tutti i nostri dati personali sensibili. Nulla di strano. Apri un’immagine, la visualizzi o magari la salvi e tutto sembra andare per il meglio. In realtà sei stato infettato da uno script che estrae il codice del virus da un server appositamente concepito dai criminali per nuocere alla nostra privacy.

Il problem vero è che i software antivirus non si accorgono nemmeno di questo subdolo metodo di infezione. Nessuna attività pericolosa, nessun esito positivo dall’analisi del contenuto scaricato. Il server, infatti, è classificato come sicuro e tutto il suo contenuto (anche se malevolo) passa totalmente inosservato agli occhi dell’antivirus.

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Pubblicato da
Domenico