I guai di Facebook non sembrano fermarsi, sono stati pubblicati i dati del secondo trimestre, quelli che riguardano il periodo di Cambridge Analytica e la situazione è crollata letteralmente.
La piattaforma, poche ore dopo aver reso pubblici questi dati, ha avuto un crollo in borsa del 19%, facendo evaporare ben 120 miliardi di dollari. Un azionista ha di conseguenza portato il social network in tribunale.
Facebook trascinato in tribunale da un azionista
L’azionista James Kacouris, ha depositato un ricorso presso il Tribunale distrettuale di Manhattan a causa del crollo in borsa degli scorsi giorni. Secondo l’azionista, Mark Zuckerberg e il suo team hanno rilasciato dichiarazioni non esaustive sulla frenata che hanno subito i ricavi, sul calo dei margini e sulla fuga di utenti.
Il ricorso punta a diventare ad una causa collettiva, conosciuta anche con il nome di Class-Action per danni non ancora specificati. Facebook per il momento non ha voluto rilasciare dichiarazioni. Non è sicuramente la prima volta che degli azionisti negli Stati Uniti presentano una causa contro una società che ha avuto un crollo in borsa.
Al momento il social network è già alle prese con decine di legali per lo scandalo Cambridge Analytica che lo ha coinvolto mesi fa. In quell’occasione la società britannica ha violato i dati di milioni di utenti. Non ci resta che attendere e scoprire se altri azionisti della piattaforma si uniranno alla causa di Kacouris, facendola diventare così una vera e propria Class-Action.