Stando alle ultime informazioni pare che i sistemi non rispettino le norme legislative dettate dal Decreto Pisanu, il quale legifera in merito alla sicurezza dei sistemi di identificazione e riconoscimento. Ma Iliad ha una risposta pronta.
Secondo quanto comunicato da Iliad, le informazioni identificative raccolte dai nuovi sistemi Simbox (documento di identità e video registrazione) sono efficaci al pari di un’identificazione classica con operatore. Questo perché i dettagli vengono controllati da un addetto reale da postazione remota che vigila e controlla i dati fornendo esito positivo sul matching di identità.
Un sistema di verifica che avviene a monte della procedura di attivazione. Non a caso, diversi utenti si sono lamentati per la mancata immediata attivazione delle propria SIM. Tutto ciò a causa dell’incongruenza con i dati forniti.
A causa di tale controllo le SIM Iliad potrebbero richiedere diverse ore per risultare attive. Segno che il sistema opera nel totale rispetto delle attuali norme vigenti. L’inchiesta, quindi, pare non stia in piedi e la società si conferma ancora una volta paladina della sicurezza e della più totale trasparenza non solo in ottica offerte e servizi.
Concludiamo lasciandovi con l’analisi de “Le Iene” che, al solito, è stata puntuale nel voler definire meglio i termini della situazione. A quanto pare, comunque, pare non ci sia alcun pericolo da collegare all’anonimato ed a potenziali focolai terroristici come invece inizialmente prospettato.