Android - Google - Notch

Grazie ad Apple, o per colpa sua, il notch è ormai diventato parte integrante degli smartphone Android. Salvo qualche eccezione, come la cara vecchia Samsung, quasi tutti i produttori hanno iniziato ad usarlo, specificando anche che il colosso americano non è stato d’ispirazione. Apparentemente, anche Google presenterà un Pixel 3 con tale lunetta e quindi gli è sembrato il caso di iniziare a dare qualche linea guida da seguire.

I ritagli, come la grande G li chiama, hanno spesso dei problemi con le App; è una cosa fastidiosa a cui pure i possessori di iPhone X devono fare conto. Per questo, le nuove regole vogliono esplicitamente che il notch non possa influire negativamente su nessuna applicazione.

 

È arrivato lo sceriffo

Quando si passa in orientamento verticale, la barra di stato deve estendersi almeno all’altezza del ritaglio mentre in orientamento orizzontale, l’interna area di ritaglio deve essere in formato letterbox.

Insieme a questa decisione, è arrivato un particolare divieto che vieta, appunto, una situazione che non si è ancora vista concretamente. Il dispositivo può avere massimo due notch, ma nessuno dei due può trovarsi sul lato lungo dello smartphone. In sostanza, nel caso che uno scellerato produttore voglia inserire due notch, quest’ultimi dovranno per forza trovarsi o nella parte inferiore e o in quella superiore; nel caso di uno solo, comunque niente lato lungo. Se verranno seguite tali regole, tutto il resto è accettato, almeno finché non si scopriranno nuovi limiti che forse sarebbe meglio non superare.

Continuando, Google ha affermato che con Android 8.1, o versioni precedenti, gli utenti potranno scegliere il grado di estensione dell’applicazione tramite una barra di stato. Nel dettaglio, tramite una barra di notifica, all’utente, verrà mostrato a quale altezza la finestra arriverà.

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