Da quando Facebook ha comprato WhatsApp, non è che ci sia stato un gran ritorno di profitti, visto considerato anche quanto speso. Nonostante questo, la società non ha mai pensato di tornare sui propri passi e far tornare l’applicazione a pagamento; i piani erano ben altri. Una delle promesse era di trasformare la chat in un prezioso strumento di acquisto che avrebbe utilizzato il denaro per rendere l’app anche valida per lo shopping.
Il tutto comprende il lancio di un kit di programmazione che consentirebbe alle aziende di utilizzare WhatsApp per pubblicità e supporto al cliente. Basta dare il numero di telefono ad un’azienda per ricevere aggiornamenti, teoricamente in tempo reale, su vari aspetti come una conferma di spedizione. C’è anche la possibilità di usare un pulsante direttamente sui siti web delle varie compagnie per accedere alla chat o iniziare la conversazione. Un concetto non nuovo, il servizio clienti tramite messaggistica, ma che risulta tutto molto più diverso visto il miliardo e mezzo di utenti nel mondo.
WhatsApp Business non accetta ritardi
Una delle politiche che faranno parte di questo servizio, apparentemente, sembrerebbe la completa intransigenza quando si parla di ritardi. Nel momento in un cui un’azienda risponderà in ritardo ad un utente, arriverà una multa ai danni della società; dovranno rispondere entro 24 ore. L’idea è motivare, con un rinforzo negativo, le aziende a risultare solerti nel rispondere a tutte le domande.
Al momento, le compagnie su cui è stato testato il servizio sono diverse, oltre 90, tra cui Uber, Singapore Airlines e Wish. Dopo questi test, è facile immaginare come diventerà un aspetto comune per molte compagnie in giro per il mondo, soprattutto fuori dal Nord America.