Whatsapp Messenger torna a pagamento. Questa la notizia che nel corso di queste ore sta facendo il giro del web impazzando tra la folla di utilizzatori che ogni giorno sfruttano le potenzialità della piattaforma per scambiarsi messaggi, foto e file di ogni genere.
I propositi del celeberrimo Mark Zuckerbergnei confronti del sistema IM più usato al mondo sono quelli di monetizzare partendo dalle aziende. Secondo il Wall Street Journal, ecco come e quanto si dovrà pagare per inviare i messaggi.
Whatsapp a pagamento: nuove condizioni di utilizzo
Il team di sviluppo dell’applicazione Whatsapp Messenger è costantemente al lavoro per garantire nuove funzionalità sia in ambiente Desktop con Whatsapp Web che per la controproposta mobile app su Android ed iOS, che ultimamente ha introdotto un nuovo pulsante. Ma non è tutto.
Una notizia che sta facendo scalpore in tutto il mondo è quella relativa alla fatturazione Whatsapp sui messaggi inviati. Questo significa che si dovrà pagare per inviare i messaggi dal proprio account.
Ma non temete, per il momento la nuova disposizione riguarda in maniera diretta le aziende, che si ritroveranno a pagare un costo a messaggio compreso tra 1 e 9 centesimi nel caso in cui la risposta tardi ad arrivare. Si stabilisce un tempo limite di 24 ore, oltre il quale i messaggi dovranno essere pagati.
Si tratta, quindi, di un pacchetto che si attiva soltanto nel momento in cui l’azienda non risponde per tempo ad un messaggio ricevuto. Da un lato, quindi, si incentiva la realizzazione di un sistema di risposta rapido ai messaggi e dall’altro si offre la possibilità per Zuckerberg di guadagnare e per gli utenti di utilizzare Whatsapp come via preferenziale per comunicare con le aziende.
Si pensi, ad esempio, agli info point virtuali sull’app per i biglietti aerei, di treni, bus e per le prenotazioni eventualmente da cambiare. Tutto sarà più comodo e più veloce, visto che le aziende saranno spronate a rispondere quanto più presto possibile.
La funzione potrà essere usata per inviare messaggi rilevanti e non promozionali, come la conferma della spedizione di un prodotto o l’emissione di una carta d’imbarco. A partire dal 2019, comunque, la aziende potranno inserire ads pubblicitari negli Status, proprio come avviene per le stories su Instagram.