Lo scorso anno in molti siamo stati catturati dalla storia della Blue Whale, il fenomeno di massa che si è diffuso attraverso i canali internet, WhatsApp incluso. Da quanto emerso dalla cruda attualità, molti ragazzini – affascinati dal mito di una presunta balena azzurra da tatuare sulla pelle – sono stati manipolati per effettuare azioni estreme, l’ultima delle quali era il suicidio.
Nelle passate settimane, noi in primis abbiamo segnalato il nuovo virale caso su WhatsApp. Nella chat di messaggistica è apparso dal nulla Momo, il profilo horror che per goliardia voleva spaventare migliaia di persone.
Come già volte specificato, la natura di Momo era del tutto innocua. Attraverso tale profilo non si corre il rischio di contrarre virus, malware
e non c’è pericolo di cadere in una truffa online.Da poche ore però è arrivata una notizia quasi sconvolgente. In Argentina, una bambina appena 12enne è stata trovata suicida. Gli inquirenti, in prima battuta, segnalano come l’atto estremo possa essere collegato ai messaggi provenienti dal profilo horror. Quello dell’Argentina è solo uno dei casi: denunce simili – senza però arrivare al suicidio – sono arrivate anche in Francia e Germania.
L’invito che vogliamo fare ore è sempre lo stesso. Gli utenti devono prendere Momo, così come tutti gli altri scherzi su WhatsApp, come un gioco. Allo stesso modo, l’invito che facciamo per tutelare la salute dei minori è quello di un rigido controllo delle chat da parte dei genitori.