Dopo un recente articolo pubblicato dal Wall Street Journal, che cita le intenzioni di Facebook di impossessarsi delle coordinate bancarie dei propri utenti per aggiungere nuove funzionalità al sistema di messaggistica di Facebook Messenger, l’azienda non ha tardato a negare il tutto. Arriva secca, dunque, la smentita riguardo possibili accordi con le banche per richiedere informazioni personali e finanziarie agli utenti.
In tale articolo, il WSJ afferma che il social network cerca di “aumentare la partecipazione” in condivisione con diverse banche degli Stati Uniti. I dati sarebbero utili come possibili informazioni riguardo la modalità degli utenti di fare acquisti con carta di credito o di debito. E questo fornirebbe, a sua volta, informazioni a Facebook sugli ordini effettuati all’interno del servizio di messaggistica.
Facebook smentisce categoricamente
L’azienda afferma di non raccogliere informazioni finanziarie sugli utenti, ma cerca di offrire aggiornamenti bancari su Facebook Messenger. In una nuova dichiarazione, i portavoce asseriscono:
Come molte aziende online commerciali, collaboriamo con banche e società di carte di credito per offrire servizi come la chat del cliente o la gestione dell’account. Il collegamento all’account consente alle persone di ricevere aggiornamenti in tempo reale su Facebook Messenger, dove le persone possono tenere traccia dei loro dati di transazione, come i saldi dei conti, le ricevute e gli aggiornamenti di spedizione. L’idea è che la messaggistica con una banca possa essere migliore dell’attesa al telefono ed è completamente opt-in. stiamo utilizzando queste informazioni per consentire questo tipo di esperienze, non per la pubblicità o altro.
Non è la prima volta che l’azienda offre questi servizi. A Singapore, persone che effettuano operazioni bancarie con Citi possono monitorare il saldo del conto e il controllo delle operazioni tramite Facebook. Tuttavia, date le irregolarità della società nella protezione dei dati, questo è ancora un argomento difficile da digerire per alcune banche, perché non vogliono rischiare di tali informazioni importanti dai propri utenti.