Ecco a voi la recensione della smartphone medio gamma più discusso del momento: Xiaomi Mi A2. Abbiamo mandato un nostro collega all’evento-lancio di Madrid il quale, dopo 48 ore di uso, era già pronto a darvi le prime impressioni di Mi A2. Ed ora che l’ha stressato bene per circa una settimana, siamo pronti a raccontarvi come si è comportato questo terminale.
Prima di parlare nel dettaglio di Mi A2, vediamo cosa troviamo nella confezione. Oltre all’alimentatore europeo da 2 ampere e 5 Volts di potenza, finalmente abbiamo il cavo USB con connettore type-C, una cover in silicone di discreta fattura e un adattatore da USB a jack audio da 3,5mm.
Da un punto di vista estetico questo smatphone non brilla certo per originalità, infatti sfidiamo chiunque a guardarlo da una distanza media e distinguerlo da Xiaomi Redmi Note 5 o da Redmi 5 Plus. Stesso discorso vale per la parte posteriore, che è praticamente identica a quella del Note 5 se non fosse per la presenza del logo Android One posto in basso.
Per trovare delle differenze con i suoi confratelli, dobbiamo mettere Mi A2 di profilo per scoprire che è spesso solo 7,3mm. Tanta sottigliezza però comporta un piccolo svantaggio, ovvero rendere in rilievo la dual camera posteriore, così da creare un leggero scalino che si noterà tenendolo in piano. Nella parte inferiore sono presenti il microfono e lo speaker, mentre sul lato alto abbiamo il secondo microfono per la riduzione del rumore ambientale e il sensore infrarosso. Tutti gli altri sensori sono alloggiati sul frontale del telefono. Come ci ha abituato Xiaomi nei suoi prodotti, il sensore biometrico posteriore utile allo sblocco è veloce e molto preciso.
Per avere delle dimensioni contenute, un peso di soli 168 grammi e uno spessore di 7,3mm, Xiaomi Mi A2 ha un display da 5,9” con rapporto nel formato 18:9. La parte che più ci ha entusiasmato di Xiaomi Mi A2 è l’esperienza d’uso generale, poiché lo smartphone è molto fluido e reattivo grazie al nuovo SoC presentato da Qualcomm. Parliamo dello Snapdragon 660 che, insieme a 4GB di RAM e 64GB di storage interno (il taglio medio dell’A2), rendono il telefono sempre molto performante. La dual camera posteriore da 20MP+12MP ha due sensori con apertura focale f/1.75 ma, in particolare, entrambi hanno la dimensione dei pixel più grande del normale.
Essendo Mi A2 un terminale che fa parte del sistema Android One, l’esperienza d’uso del software è praticamente stock. Che piaccia o meno, il limite di questa versione di Oreo è nella personalizzazione del menu e dei vari sistemi di controllo dello smartphone che, in questo caso, saranno affidati ad app o launcher di terza parti. Da un punto di vista della connettività, Mi A2 non ha riscontrato alcun tipo di problema, né utilizzando il wi-fi o il bluetooth, né in chiamata.
Tutto un altro discorso è la questione della batteria. Xiaomi ci ha sempre abituato che per avere un sistema MIUI perfetto bisogna attendere qualche aggiornamento a seguito del lancio del terminale di turno. Sinceramente, considerando che Mi A2 ha aderito al programma One condiviso con gli sviluppatori di Google, ci aspettavamo di più dalla sua batteria da 3.000mAh. Alle 17.00 di ogni giorno di prova, lo smartphone ci ha sempre abbandonato.
Forse l’elemento più distintivo in questa recensione. Detto della particolarità dei due sensori posti nel retro del terminale, i quali offrono maggiore luce e dettaglio negli scatti grazie al fuoco e ai pixel, di Mi A2 la modalità più interessante è quella “ritratto”. Con questa modalità, la doppia fotocamera pone il fuoco su due punti diversi che verranno ricomposti tramite un algoritmo, e il soggetto del ritratto risulterà altamente nitido e definito mentre il resto dell’esposizione sarà volutamente meno dettagliato.
Ovvio che non è un sistema perfetto, e lo potete vedere bene nei nostri scatti sample che troverete nel video, ben spiegati dal nostro caro Matteo Versiglioni. Abbiamo analizzato diversi sample fotografici diversi, e possiamo riassumere che, al di là della parte tecnica, Xiaomi Mi A2 si comporta molto bene in condizioni di luce naturale. Soffre un pochino negli scatti in controluce, e perde qualcosa in qualità al buio.
Che dire, tutta la presentazione di questo smartphone è ruotata intorno al comparto fotografico. Il risultato del lavoro fatto da Xiaomi sui sensori è, in linea di massima, più che soddisfacente. Considerando la fascia di mercato in cui va ad inserirsi, con un costo di 300 euro, Mi A2 è sicuramente il miglior camera phone che potete trovare sul mercato. Ovvio che a livello software ci sono molte cose da migliorare, soprattutto sulla durata della batteria. Promosso lo Snapdragon 660, nuovo riferimento per i medio gamma, e rimandato (ma per puro gusto personale) lo sviluppo con Android One. Però, bisogna dire che la mossa di Xiaomi di non produrre uno smartphone con la MIUI potrebbe lasciare il segno.