Tuti i giorni usiamo i nostri amati smartphone ma non ci chiediamo mai di cosa effettivamente sono fatti. Sembra un’ovvietà, ma non c’è solo plastica e metallo in quella che avete in mano, anche se la vostra palese risposta ha colto comunque nel segno.
In realtà, i dispositivi mobili purtroppo contengono diversi materiali più o meno rari che, a volte, provengono dalle parti più disparate del pianeta. Andiamo dunque a vedere di cosa parliamo.
Partendo dai display, quelli di ultima generazione sono schermi costantemente attraversati da un flusso di elettroni. Quando tocchiamo con le dita quei pannelli, la tecnologia all’interno calcolerà l’esatto punto in cui abbiamo pigiato e invierà la risposta corrispondente. I materiali che rendono possibile questo sistema sono l’indio e lo stagno che, combinati all’ossigeno, riescono a generare un ossido in grado di trasportare l’energia elettrica nei nostri schermi capacitivi.
Parlando invece di colori, la loro produzione mette in gioco materiali detti “terre rare”, difficili da trovare sul pianeta. Quindi parliamo di ittrio, disprosio, europio, praseodimio, gadolinio, lantanio e terbio. Sono tutti componenti della tavola periodica, rari di nome e di fatto.
Infine, i vetri che proteggono i nostri display sono per la maggior parte fatti di alluminosilicato, una combinazione di ossido di alluminio (Al2O3) e ossido di silicio (SiO2). Questo materiale composito rende il vetro più resistente a urti e graffi, grazie anche agli ioni di potassio. Il Corning Gorilla Glass basa il suo successo sugli smartphone proprio grazie a questa tecnologia.
Nella batteria, l’elemento usato è il litio, ma lo conosciamo praticamente tutti
. Quello che non sappiamo è che tale materiale si combina ad altri come il cobalto, il carbonio, l’alluminio e l’ossigeno. Questa composizione serve per creare i due poli positivo e negativo per il trasporto dell’energia. L’ossido di cobalto con il litio forma il polo positivo, mentre il carbonio fa da polo negativo: il tutto è racchiuso in un corpo di alluminio.Parlando di cover, il magnesio è il materiale molto spesso usato nella realizzazione, insieme al bromo, nichel e il carbonio. Il nichel, in particolare, evita le interferenze elettromagnetiche, mentre il bromo genera resistenza al fuoco e al calore. Se ci riferiamo agli smartphone interamente fatti di plastica, il materiale più usato sarà ovviamente il petrolio e i suoi derivati.
Uno dei materiali più usato in assoluto nell’interno dei nostri telefoni è il rame, seguito da oro e argento per formare tutti i componenti microelettrici. Il tantalio è invece presente nei conduttori e condensatori. Neodimio e gadolinio sono responsabili delle parti magnetiche di speaker e microfono, mentre disprosio, praseodimio e terbio permettono a un piccolo strumento di generare la vibrazione.
Il nichel si trova nel microprocessore insieme al silicio, materiale che ossidato non conduce elettricità. Dove invece passa la tensione, troviamo arsenico, fosforo, gallio o antimonio. Le saldature sono a base di stagno e piombo in quantità diverse.