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Google: proteste interne per il progetto del motore di ricerca censurato

A quanto pare, a Google è tornata l’idea di voler provare a tornare in Cina, un qualcosa che finora ha sempre fallito per via delle politiche del partito comunista. Senza inoltrarci troppo nella politica, il problema principale è la censura, ma a sto giro alla grande G non sembra importare. Questo si traduce in motore di ricerca al servizio del governo più che del cittadino e, com’è facile intuire, non tutti ne sono felici.

Tra tutti quelli contro questa idea ci sono propri i dipendenti della compagnia. Come riportato da diverse testate, ci sarebbero delle proteste interne contro i piani dell’azienda, contro il progetto Dragonfly. Le motivazioni sono trapelate grazie alla pubblicazione di una mail che i dipendenti si stavano scambiando; eccola: “Molti di noi credono che Dragonfly rappresenti una minaccia per la libertà di espressione e il dissenso politico a livello globale e viola i nostri principi sull’intelligenza artificiale.”

 

Chi la vincerà?

Non è la prima volta che succede una cosa del genere; se vi ricordate era successo anche quando la compagnia voleva collaborare con il Pentagono

. I dipendenti non ci mettono troppo a fare capire alla dirigenza il loro umore in merito e, spesso, quest’ultima li ascolta. In ogni caso, la mail continua così:”Come azienda e come individui abbiamo la responsabilità di usare questo potere per migliorare il mondo, non per sostenere il controllo sociale, la violenza e l’oppressione. Ciò che è chiaro è che i principi etici sulla carta non sono sufficienti per garantire un processo decisionale etico. Abbiamo bisogno di meccanismi di trasparenza, supervisione e responsabilità sufficienti a consentire la scelta etica e la deliberazione informata in tutta l’azienda.”

C’è stato anche qualcun’altro che ha mosso dei dubbi per questa operazione, e non per la censura, ma perché si tratta della Cina. Il governo degli Stati Uniti, alcuni legislatori per essere un filo più precisi, hanno delle domande per Google proprio in merito a questo progetto.

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Pubblicato da
Giacomo Ampollini