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DVB-T2: come il nuovo standard per il digitale aprirà le porte al 5G

Negli ultimi periodi si è sentito parlare molto di DVB-T2, il nuovo standard per il digitale  che cambierà per sempre il mondo del digitale terrestre.

Per chi non avesse approfondito la questione, l’Unione Europea ha stabilito che a partire dal 2020 il digitale terrestre dovrà adottare un nuovo standard su cui trasmettere le frequenze dei canali. Perché? Beh, sostanzialmente per un semplice motivo: liberare le cosiddette “frequenze nobili” o “della banda 700” ovvero quelle che si aggirano tra i i 694 e i 790 MHz, per poterle riassegnare alle frequenze mobili dedicate al 4G e 5G. 

A tale scopo, infatti, a settembre inizieranno le prime trattative che vedranno i maggiori operatori nazionali sfidarsi in un concorso per l’assegnazione delle bande. Esso si svolgerà secondo quanto stabilito dalle direttive e dall’AGCOM e il suo risvolto verrà comunicato entro, si spera, inizio 2019. A sostegno di tale transizione, gli analisti hanno previsto che entro il 2020 saranno circa 50 miliardi

gli oggetti smart ad essere collegati al 5G.

Per essere più precisi, l’asta/concorso vede in palio  ben 1275 MHz, per essere più specifici, essi sono divisi in:

  • 1000 MHz nella banda a 2,6 GHz;
  • 200 MHz nella banda a 3,7 GHz;
  • 75 MHz nella banda a 700 MHz.

L’avvento di DVB-T2 significa dover cambiare televisore?

La risposta a tale quesito non può essere unica poiché dipenderà esclusivamente dall’anno di acquisto del dispositivo. Negli ultimi periodi, i diversi fornitori dei televisioni stanno avvisando i clienti con relative informazioni, ma in linea generale vi possiamo dire che i televisori acquistati negli ultimi due anni dovrebbero adattarsi senza alcun problema.

Per eliminare ogni eventuale dubbio basterà effettuare una ricerca e vedere se il proprio modello supporta il più recente codec H265/HEVC. In caso contrario si dovrà procedere all’acquisto di un decoder.

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Pubblicato da
Paola Carioti