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WhatsApp non sarà più gratuito per tutti: le aziende pagheranno per ogni messaggio

WhatsApp è in continua evoluzione: dopo la funzionalità che consente di eliminare i messaggi inviati, dopo l’aumento dell’età minima di utilizzo, dopo le videochiamate consentite a quattro contatti, arriva un’altra nuova sorpresa. Sebbene questa, molto probabilmente, non piacerà a tutti. L’aggiornamento arriva sulla scia di un annuncio di aprile, su WhatsApp Business, la versione dell’applicazione enterprise e la fine del servizio a titolo gratuito.

Le aziende che utilizzano WhatsApp Business inizieranno a pagare per ogni messaggio inviato ai clienti. A seconda del Paese, ogni messaggio avrà un costo compreso tra i 0,5 e i 0,9 centesimi di dollaro – qualcosa come dai 4 ai 7 centesimi di euro – e le aziende pagheranno multe se impiegheranno più di 24 ore per rispondere ai clienti.

Mentre WhatsApp mira a “razionalizzare la comunicazione aziendale, è sempre più evidente che è intenzione comune quella di essere proficui con i messaggi inviati. L’applicazione è utilizzata da 2 miliardi di persone in tutto il mondo e tremila società hanno già mostrato interesse per questo modello di business.

 

Come funziona WhatsApp Business

L’approccio commerciale di WhatsApp consiste nel portare comunicazione tra aziende e clienti. Tra i servizi, ad esempio, l’invio di biglietti per concerti, spettacoli o voli acquistati online e, per finire, lo stato di una consegna che arriverà per posta o corriere: invece di ricevere un’email, riceviamo solo un messaggio in WhatsApp.

Su WhatsApp Business è possibile creare un profilo aziendale che include sito web della società, la sede e i contatti del sito. Presto, le aziende saranno differenziate come “account verificati”, cosa che accade già in Facebook e Instagram, per garantire maggiore credibilità. Anche se non è noto se questo servizio sarà a pagamento.

La funzionalità consente inoltre alle aziende di inviare messaggi automatici e accedere alle statistiche per vedere l’impatto dell’applicazione sui propri clienti.

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Pubblicato da
Federica Vitale