La situazione deve essere esaminata, visto che sempre più utenti e personalità politiche sono impensierite dall’uso di questi sistemi definiti affidabili ogni oltre ragionevole dubbio.
Fino a questo momento oltre un miliardo e mezzo di utenti si sono affidati alla piattaforma IM proprietà di Mark Zuckerberg, auto-elettosi paladino della sicurezza e della riservatezza dopo le vicende legate allo scandalo Cambridge Analityca.
Visto il suo bacino d’utenza l’applicazione conta su un sempre maggior numero di attacchi informatici, come l’ultimo che ha riportato il temibile messaggio sul sequestro immediato del telefono con relative multe.
Oltre questi problemi vi sono però delle situazioni ben più gravose che derivano da potenziali vulnerabilità interne ai sistemi. Un bug può ripercuotersi negativamente su noi utenti ma se trasliamo il tutto negli ambienti della politica si capisce che la circostanza è ben più scottante.
L’uso di Whatsapp negli ambienti politici desta particolare preoccupazione ed il rischio di esporre piani di governo e misure cautelative al primo hacker di turno rientra non solo nell’interesse delle alte sfere ma anche della collettività.
Utilizzare strumenti di diffusione pubblici come Whatsapp per documentazioni segretate può rivelarsi una scelta pericolosa ed azzardata. Nonostante si possa contare su un livello di crittografia end-to-end
efficace non bisogna prendere la questione alla leggera.
L’argomento viene ripreso dai media polacchi in questi giorni. Si discute a proposito dello scambio di informazioni segrete e sensibili su Whatsapp. Si fa riferimento alle comunicazioni tra il Presidente Andrzej Duda e il primo ministro Mateusz Morawiecki. I media locali lanciano l’allarme sicurezza e sul quotidiano Rzeczpospolita il corrispondente ed esperto web russo Anton Merkurov parla di un concreto rischio di fuga di notizie.
Noi tutti sappiamo che lo stesso Donald Trump utilizza Twitter come mezzo di diffusione per le informazioni pubbliche. Pensare però di documentare atti segreti tramite le applicazioni di messaggistica è tutt’altra storia.
Ovviamente la vita privata di un individuo non può essere limitata nell’uso degli strumenti tecnologici di uso comune. In ambiente politico le cose sono però molto diverse. Il timore che tali strumenti pregiudichino la sicurezza di tutti è alto, nonostante le rassicurazioni degli sviluppatori e delle varie società impegnate nel campo della IT Security.
Parlare di perfezione sarebbe quanto meno azzardato ma esistono sistemi che offrono un livello decisamente alto di sicurezza. Gli hacker possono comunque intromettersi ed insediare potenziali virus.
A tutto questo bisogna sommare il rischio che un politico smarrisca il telefono o che gli venga sottratto. In quel caso non esiste protezione adeguata. Sarebbe invece opportuno sfruttare ulteriori canali disposti in aree protette lontane da occhi indiscreti e dalle capaci mani degli hacker di turno.