DAZN, servizio di streaming sportivo online, permette agli abbonati di vedere comodamente da casa una selezione di partite di Serie A, Serie B, UFC, Champions, MLB al prezzo di 9,99€/mese, con il primo mese in omaggio. In Italia, il vero esordio è stato lo scorso 18 agosto, con la partita Lazio-Napoli: un debutto infelice compromesso da immagini di pessima qualità talvolta ripetute, con uno streaming lento, a scatti, e a tratti completamente nero. Goal di Insigne anticipato dalle notifiche (giunte prima delle immagini), intoppi, sfasamento, e momenti senza audio. Un incubo anche per i tifosi più mansueti, che solo su Twitter ha portato a più di 30.000 messaggi di rimostranze nei confronti della piattaforma.
DAZN, senza neanche il tempo di elaborare lo sfacelo, il giorno dopo si è trovata alle prese con Sassuolo-Inter. Bene ma non benissimo: sicuramente uno streaming di lusso rispetto a quanto visto poche ore prima, ma anche qui la latenza, che ha raggiunto il minuto, è stata snervante: mentre su DAZN il telecronista si infervora per l’avvicinarsi in porta di Berardi, nel resto del mondo Berardi ha già segnato e l’Inter è già tornata a metà campo.
Responsabilità e soluzioni
Come prevedibile, sono fioccate ipotesi e supposizioni sul motivo del disastro. Immancabilmente, sono state attaccate la banda larga e le infrastrutture italiane, accusate di essere arretrate e inadatte a un evento del genere. Opinioni ben lontane da una vera analisi e già smentite dal portavoce DAZN, che a differenza di molti, è ben consapevole che una carenza del genere comunque non giustificherebbe i disservizi segnalati dalle utenze in fibra ottica. Rushton, AD di DAZN, puntualizza: “Possiamo confermare che la falla di sistema non ha alcuna correlazione diretta […] la capacità dei Cdn o la dorsale Internet italiana. […] L’attuale infrastruttura italiana non è un problema per noi.”
Sembra molto più probabile, infatti, che il problema risieda nell’architettura scelta da DAZN: Limelight, provider di servizi Cdn, in Italia possiede solo due centri di redistribuzione, uno a Milano e uno a Palermo; entrambi discretamente lontani dalle aree più densamente popolate. A questo, si aggiunge un malfunzionamento che, semplicisticamente, non avrebbe avvisato DAZN della pessima qualità dello streaming in corso; tanto che ci si chiede se, operando in tempo, si sarebbero potuti gestire manualmente gli utenti appoggiati al Cdn difettoso.
TIM per DAZN: un legame già consolidato
TIM, nel programma TIM Party, già include due mesi di abbonamento a DAZN gratuiti: un accordo che non è passato inosservato, e che ha spinto TIM ad accettare un nuovo incontro con DAZN. Ancora nulla di ufficiale, ma l’ipotesi è che DAZN abbia bisogno di aiuto per potenziare la trasmissione in streaming; due centri di redistribuzione si sono rivelati decisamente insufficienti, e senza un sostegno adeguato si rischia un flop di dimensioni epocali. TIM, dall’altra parte, avrebbe tutto l’interesse a supportare DAZN, che se riuscisse a confermarsi nel settore dello streaming sportivo in un paese ossessionato dal calcio, diventerebbe un partner strategico e debitore.