In questo decennio, l’uso dei device quali computer, tablet e smartphone hanno ormai preso il sopravvento sulle nostre vite, portando ormai gente ad utilizzare questi per ore e ore. Questo ovviamente, a lungo andare, può portare problemi di socializzazione, dipendenza, ma non solo.
Oltre al problema della luce blu, ovvero i raggi ultravioletti che emette la retroilluminazione Led degli schermi dei cellulari, che provoca rughe e macchie precoci, uno dei problemi principali dei device elettronici in generali e quello che più temono le persone sono le radiazioni.
Nel corso degli anni, mentre le case produttrici continuano a sfornare nuovi smartphone sempre più potenti, ci sono state numerosissime discussioni sul caso radiazioni e smartphone.
Gli studi più approfonditi non hanno rilevato nessuna correlazione tra tumore e radiazioni dello smartphone, n lieve aumento di rischio è stato segnalato da alcuni studi solo per il neurinoma, un tumore benigno del nervo acustico, inolte le onde a radiofrequenza non sono in grado di indurre mutazioni ma possono provocare il riscaldamento dei tessuti a diretto contatto con le apparecchiature che le emettono, come i cellulari. Pertanto, converrebbe parlare col cellulare a debita distanza e non vicino l’orecchio, soprattutto per lunghe chiamate, magari utilizzando delle cuffie col microfono.
Recentemente, è uscita una classifica degli smartphone più pericoli per via delle radiazioni. Il metro di misurazione di questa classifica è il SAR, ovvero il tasso di assorbimento specifico. Questa misurazione riguarda il valore, in percentuale, che esprime l’energia elettromagnetica assorbita dall’organismo.
Questo valore può dipendere da tanti fattori, quali polarizzazione, intensità frequenza delle onde, dal corpo esposto ad esso, geometria, volume, da fattori ambientali.
La Commissione Federale per le Comunicazioni (FCC), ha obbligato che i cellulari prodotti dalle multinazionali abbiano un livello di SAR minore o pari a 1.6 W/Kg per 1 gr di tessuto, in America, mentre 2.0 W/Kg in Europa per 10 gr.
La classifica aggiornata a Settembre
In base alla classifica stilata, lo XIAOMI MI A1, uno dei cellulari più potenti della marca cinese, è il più “radioattivo”, con 1,75 W/Kg.
Segue al secondo posto, il ONE PLUS 5T, sempre di marca cinese, con 1,68 W/Kg ed al terzo posto, un po’ a sorpresa, il diffuso modello HUAWEI MATE 9, con un SAR di 1,64 W/KG. Altri cellulari leggermenti radioattivi sono i Nokia Lumia, l’IPhone 7, Il Sony Xperia XZ1.
I device meno nocivi e quindi con meno emissioni di SAR, invece, sono smartphone di medio calibro e prezzo, ovvero il Sony Xperia M5 con solo lo 0.14W/kg, seguito dal Samsung Galaxy Note con 0,17 W/kg.
Analizziamo ora il grafico. Come possiamo evincere, vicino ai primi due cellulari riportati ci sono tre asterischi, ovvero un device con possibilità di inserire due Sim. Probabilmente, visto che una Sim richiede ricezione segnale continuo, sia di linea sia di Internet, consuma molto e produce molte radiazioni, quindi, per logica, un cellulare Dual Sim, rispetto a una Mono Sim, emette più radiazioni. Ovviamente vanno calcolate anche le dimensioni del cellulare e le caratteristiche interne.
Dal grafico appare subito all’occhio come la maggioranza dei cellulari sia Huawei (sei Huawei nella top 10). Questo potrebbe sembrarci strano, visto che la marca, nonostante anch’essa fosse cinese, è di un livello superiore alle altre, ormai alla pari con Apple e Samsung.
Infine, citando quest’ultime, possiamo dire che gli Apple, soprattutto i vecchi modelli, emettono leggermente radiazioni ma inferiore al limite massimo, mentre sorprende addirittura come non sia presente neanche un modello Samsung, nonostante sforni nuovi device costantemente, anzi, come abbiamo già detto, il Galaxy Note è addirittura all’ultimo posto dei cellulari che emettono radiazioni.
In conclusione, è consigliato controllare anche questa classifica prima di comprare un nuovo smartphone, magari evitando appunto quelli che sono nelle prime posizioni in questa classifica aggiornata, per evitare ipotetici problemi di salute.
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