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Amazon, dopo le accuse di Donald Trump, arrivano quelle di Bernie Sanders

L’azienda Amazon è uno dei colossi portanti dell’economia mondiale, soprattutto negli Stati Uniti. Il nodo della discussione sono le condizioni di lavoro dei propri dipendenti, non sempre adeguate al tipo di lavoro svolto.

Il Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump dichiarò che se fosse stato eletto, l’azienda di Jeff Bezos avrebbe passato dei guai. Si è aggiunto da pochi giorni anche il candidato delle ultime primarie democratiche, Bernie Sanders.

 

Amazon attaccata anche da Bernie Sanders

Sanders punta il dito contro l’azienda perché vorrebbe far pagare alle grandi aziende l’assistenza federale per i loro lavoratori, con paghe basse. Il candidato da molto tempo cita l’azienda come esempio negativo, sia per i tipi di contratto ma soprattutto per le paghe. Il gruppo di Bezos ha risposto dicendo di aver inviato più volte Sanders in uno dei propri centri di distribuzione per verificare le condizioni di lavoro reali.

Bernie Sanders

attacca l’azienda su vari punti, il primo sono sicuramente i salari. Definisce infatti “assurdo” che la media degli stipendi sia di 28.446 dollari, il 9% in meno rispetto alla media del settore e molto al di sotto della media negli USA. Secondo lui la cifra media dovrebbe salire almeno a 34.123 dollari, affermando “se Amazon è così orgogliosa del modo in cui tratta i suoi lavoratori, dovrebbe rendere pubblico il numero di persone che assume attraverso agenzie di personale temporaneo come e rendere pubblica la tariffa oraria e i benefici che guadagnano i lavoratori“.

Il candidato ha affermato anche che l’azienda è sulla lista de National Council for Occupational Safety. Si tratta della lista che include i luoghi più pericolosi dove lavorare negli USA. Amazon ha continuato a difendere il proprio modello, nonostante dal 2013 siano morte ben 7 persone sul lavoro o nelle immediate vicinanze.

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Pubblicato da
Veronica Boschi